FUCKIN' F.A.Q.

Prima di partire per il Giappone, c'era una cosa di cui avevo paura, ed erano i commenti/domande che ti fanno sempre tutti quando viaggi in un paese lontano. Con la scusa che vivo in un paesino imbucato in mezzo alle montagne, poi, chissà che assurdità mi tirerà fuori la gente, pensavo. Avevo una mezza idea di fare una classifica dei commenti più assurdi da pubblicare sul blog. Avevo, perché in realtà sono rimasta alquanto delusa.
Pensavo che la gente avesse più fantasia, invece nel 90% dei casi mi sono sempre sentita dire la stessa frase..c'è da dire però, che almeno è una frase che non mi aspettavo di sentire. Insomma, a parte delle piccolissime minoranze che hanno reagito con frasi tipo "vai in Giappone? Brava, così si fa!" oppure "e cosa ci vai a fare fino in Giappone? A studiare?? ben ben....." e un solo caso in cui mi è arrivato un bellissimo "cosa ci andrai mai a fare in Giappone..a prendere malattie!" dicevo a parte questi pochi casi isolati, la conversazione tipo è  SEMPRE stata questa:

Persona: E allora cosa combini di bello?
Io: Eh, vado un mese in Giappone..
P.: Ma dai! Wow, il Giappone, figata..
Io: eggià..
...
...
...
P.: Ma con chi ci vai?
Io: beh da sola.
P.: (con espressione mista tra il terrorizzato e l'ammirato) Davvero?????? NNNOOOO! Eeeh, che coraggio...

Allora. Io ho provato a immaginare quale dev'essere l'immagine che la gente normale (leggi "quelli che non sono irrimediabilmente presi via per il Giappone") abbia del paese del sol levante, per tentare di capire cosa ci debba essere di tanto spaventoso per renderla un'impresa così eroica ai loro occhi. Che sia il volo? Una dozzina (se va bene) di ore in aereo possono spaventare, ma perché tutto questo scandalizzarsi per il fatto che vado da sola? Dev'essere proprio qualcosa del Giappone...mah. Ripenso al mese che ho passato a Tokyo a svolazzare leggiadra di Conbini in Combini, a camminare da sola per strada a tutte le ore e a non fare un passo senza sentirmi ripetere che attenzione, oltrepassare la linea gialla è abunai...e magari nel frattempo nella loro testa c'erano scene drammatiche di me che camminavo indifesa e impaurita in un vicoletto losco e buio con minacciose lanterne rosse e ubriaconi che mi guardavano storto, le ombre dei ninja killer che mi inseguivano silenziosi saltando sui tetti sopra di me e tanuki in ogni angolo pronti a violentarmi e saccheggiarmi..chissà.

La vera sorpresa invece sapete quando è stata? Quando sono tornata! Se all'andata erano stati poco fantasiosi, al ritorno sono stati decisamente più interessanti. Direi che la top five delle domande/commenti è stata questa:

1. Allora, racconta: ti sei divertita?/cos'hai fatto?
2. Hai mangiato tanto sushi?/mangiavi sushi tutti i giorni??
3. Sei tornata perché ti stavano venendo gli occhi a mandorla?
4. Ma è vero che ce l'hanno tutti piccolo?
5. Dimmi qualcosa in Giapponese!


E ora illustrerò il motivo per cui tutte queste domande mi stanno sulle balle:
1. Non è per la domanda in se, è che una domanda così generale, di solito rivolta in un contesto molto informale, del tipo che chi te l'ha fatta si aspetta che tu risponda con una frasetta e che poi lo lasci a finire la sua birra, non può avere una risposta breve. Per il semplice fatto che a) non esistono parole per descrivere quanto mi sono divertita e b) se davvero vuoi sapere cosa ho fatto devi prenderti un paio di giorni di ferie che poi ti racconto.
2. Che palle co ste domande sul sushi..cosa volete sentirvi rispondere? E anche seVOI del cibo giapponese conoscete solo quello, perché diavolo IO dovrei mangiare sushi tutti i giorni?
3. Non fa ridere.
4. Come se fossi andata in Giappone apposta per scoprirlo!
5. Tanto non lo capisci...no beh in realtà questa non mi da fastidio, solo che me l'hanno chiesto in tanti quindi ho dovuto inserirla nella top five.

Mi è venuto in mente che anni fa, quando avevo 16 anni e la cresta, la gente mi faceva sempre le stesse domande e io volevo comprarmi una maglietta strafiga che avevo visto su internet dove c'era scritto: Dai 15 ai 30 minuti-tutte le mattine-gel oppure colla-no, non puoi toccarla!
Se continua così mi faccio la stessa maglietta e ci scrivo una risposta standard per le domande di cui sopra, tipo:

-Tanto non ti interessa.
-Certo, lì non hanno mica altro, mangi solo sushi e alla fine entri nella dipendenza e cominci a mangiare anche le carpe dei laghetti nei parchi e ci sono anche i pusher del sushi, è un problema serio in Giappone, sai..
-No, sono tornata perché ho finito i soldi. E a conti fatti mi conveniva restare lì e diventare barbona così almeno mi risparmiavo di dover rispondere a una domanda così stupida.
-No, in realtà è una diceria messa in giro dalle donne giapponesi, perché sono tutti super-dotati e vogliono tenerseli loro. Invidioso?
-Uruseee, kuso yarou.


Che poi alla fine, non è tanto la domanda che mi da fastidio. In fondo quando non si sa si chiede, magari anche facendo domande stupide basate sugli stereotipi, ma è sempre un modo per informarsi. Quello che mi da fastidio davvero è come certa gente fa la sbruffona ed è convinta di sapere tutto. Ed è pervenuta.
Un esempio:

Persona: allora, hai mangiato qualcosa di strambo quando eri via?
Io: beh..una volta in un bar Mongolo ho bevuto latte di cavallo e shochu..
P.: latte di cavallo? bleeeeh che schifo!
Io: l'hai assaggiato anche tu?
P.: No!!
Io: ................

E alora tasi, direbbero i miei compaesani. Che fastidio.
Oppure, e qui mi rivolgo a tutti quelli che sono stati in Giappone, ditemi se almeno una volta non vi è capitato che vi facciano una domanda basata su un'informazione errata, del tipo "ma ti hanno fatto mangiare cane in Giappone?" e quando puntualizzate che, no, guarda, quelli al massimo potrebbero essere i cinesi, ecco che arriva bella bella la rispostona del secolo, due punti apertevirgolette:

"cinesi, giapponesi...tutti uguali."
Fermo lì. Parliamone..
Allora. Non è che io pretenda che tu sappia distinguermi un cinese da un giapponese, no, ci mancherebbe, questo è ovvio. Si trattasse di altri due popoli magari sarei io a non saperli distinguere, a confondere le usanze. Ma NON E' che perché TU non li sai distinguere, allora sono uguali. Che cazzo di discorso è? Non sai una cosa, e invece di essere umile e lasciartela spiegare, pretendi di sapere tutto perché tanto si sa che è così e nonmiromperelepalle che sono tutti musi gialli. La risposta giusta era "ah ma davvero? non lo sapevo.." no che son tutti ugiali, porco #########.
Ma questo era un piccolo esempio, non mi riferisco solo alla questione cina/giappone. Ci vuole così tanto a dire "non lo so"? E' così umiliante ammettere che non si è informati su qualcosa? Bisogna sparare minchiate colossali pur di far vedere che "si sa"? La maggior parte della gente si limita a prendere l'immagine che ha di qualunque cosa e a renderla assoluta. Non importa se l'hai studiato all'università o se te l'ha detto tuo cugino o se l'hai letto su wikipedia, tu hai sentito così quindi è così. E allora vai a chiederlo a Yahoo answers se si mangia cane in Giappone, e non rompere le palle a me.
Poi da questo nascono quegli episodi fra l'esilarante e il ridicolo che ogni tanto si vedono nella mia valle, di turisti che vengono qui e probabilmente pensanomontagna=scalare, e sono convinti di arrivare in un posto senza strade, pieno di mucche, contadini analfabeti e selvaggia vegetazione. E così ogni tanto capita di vedere per le vie del centro questi individui vestiti che sembra che debbano scalare l'Everest, con scarponi, racchette da passeggio o come si chiamano, corda e i più audaci anche il cappello da alpino, e in quel momento ti parte la scenetta immaginaria tipo Scrubs, tutto diventa buio, si accende un faro su codesto individuo e la voce del presentatore dice "signore e signori...ecco a voi UN PIRLAAAAAAAAAAA!"

Ma torniamo a noi.
Sul serio gente, svegliatevi. Basta credere che solo perché abbiamo visto un film o letto una cosa su internet sappiamo tutto di tutto. Via quell'arroganza e smettiamola di fare figure di merda, accettando che su certe cose c'è chi ne sa più di noi. C'era qualcuno che diceva lei è ignorante nel senso che ignora, e si sentiva rispondere lei è imbecille nel senso che imbelle...
Non so voi, ma io preferisco darmi dell'ignorante da sola che farmi dare dell'imbecille dagli altri.

4 rockers:

  1. Hahahah! e' un post vecchio, ma lo commento lo stesso, tanto ti capisco! sono passati tre anni ed ho appena avuto una diatriba simile con un altro co****ne simile sul tema giapponesi/cinesi. qua, siamo rimasti agli anni '80, un paese di trogloditi tagliati fuori dal mondo ed orgogliosi di esserlo.
    Sara' anche per via dell'OCD incalzante, ma ho apprezzato tantissimo questo articolo! :D
    Claudia

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    1. Grazie! C'è da diventare psicopatici ad avere a che fare con certe persone!!

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  2. :)
    Ricordo il mio primo viaggio in giappone (ahimè solo viaggi di turismo, la natura mi ha dotato della capacità di apprendimento di 1 sola lingua) ad agosto del 2000.

    Primo "vero giorno" a Kyoto, complice il fuso orario nella stanza in 3.
    Compagno numero 1, dorme tutta la notte
    Compagno numero 2, sta sveglio tutta la notte
    Io, resto sveglio a chiacchierare un po' per l'emozione del viaggio, un po' per far compagnia all'insonne, un po' perchè il fuso in fondo fa effetto anche a me.
    Ad un certo punto il compagno numero 2 crolla, mi sono sempre domandato se aveva un qualche interruttore di sicurezza da qualche parte, tipo "ehi sono svegliss....ronf ronf ronf".
    Non ricordo se erano le 6 del mattino o giù di lì, mi guardo perplesso ad un virtuale specchio e seriamente mi domando "oh, ok e io adesso che faccio?".

    Turista, primo viaggio all'estero, terra straniera che dire "straniera" è poco, ed eccomi lì alle 6:30 del mattino girare per le strade di Kyoto nella zona "vicina" alla stazione con una tranquillità e fiducia nel mondo che a Milano avrei solo da ubriaco.

    E con quell'assurda sensazione di "essere arrivato a casa", ok forse solo "alla meta", in quel mondo di mezzo ancora sonnecchiante dove gli unici rumori era il classico concerto delle cicale, qualche auto che sfrecciava nelle strade più grandi, i rari campanelli d'entrata dei kombini.
    E uno straniero con la faccia con su stampato un sorriso da ebete che camminava come se fosse tutto suo.

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    1. Ok, ma scrivere anche tu un blog no? La storia del commento è bellissima.

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