E' una delle prime notti in cui non si gela a Tokyo.
E' un'ora e mezza che camminiamo, questa città non finisce mai. Seguendo il GPS attraversiamo zone residenziali, viuzze in salita, salaryman che tornano a casa con la cena in una borsa della spesa, profumi di vari cibi che escono dalle finestre, silenzio e gatti scazzati. Questa sera niente treno verso casa.
Arriviamo alla strada principale. O meglio, alle strade principali. Sono tre, una sopra l'altra, sostenute da enormi pilastri vibranti, e rombano senza sosta.
Dopo un po' ci fermiamo ad un incrocio, per riposare le gambe. Un taxi rallenta e sosta a pochi metri da noi. Dentro c'è una ragazza abbastanza giovane, forse sui trenta, snella e con un taglio di capelli a caschetto che sembra fresco di parrucchiera. Apre la porta e vomita sul ciglio della strada. La mascherina che portava le cade a terra, la borsa le scivola sul braccio, lei cerca di sistemarla senza toccarla con le mani. Risale in macchina con tutta la compostezza di cui è capace e chiude la porta, l'autista le porge un fazzolettino che lei accetta con un piccolo inchino. Il taxi riparte.
Ripartiamo anche noi.
E' un'ora e mezza che camminiamo, questa città non finisce mai. Seguendo il GPS attraversiamo zone residenziali, viuzze in salita, salaryman che tornano a casa con la cena in una borsa della spesa, profumi di vari cibi che escono dalle finestre, silenzio e gatti scazzati. Questa sera niente treno verso casa.
Arriviamo alla strada principale. O meglio, alle strade principali. Sono tre, una sopra l'altra, sostenute da enormi pilastri vibranti, e rombano senza sosta.
Dopo un po' ci fermiamo ad un incrocio, per riposare le gambe. Un taxi rallenta e sosta a pochi metri da noi. Dentro c'è una ragazza abbastanza giovane, forse sui trenta, snella e con un taglio di capelli a caschetto che sembra fresco di parrucchiera. Apre la porta e vomita sul ciglio della strada. La mascherina che portava le cade a terra, la borsa le scivola sul braccio, lei cerca di sistemarla senza toccarla con le mani. Risale in macchina con tutta la compostezza di cui è capace e chiude la porta, l'autista le porge un fazzolettino che lei accetta con un piccolo inchino. Il taxi riparte.
Ripartiamo anche noi.
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