E le punte dei piedi doloranti e ghiacciate e quella sensazione fastidiosa che ti dà la sciarpa bagnata dopo che hai continuato a respirarci attraverso.
E l'odore di cannella e le schifose torte pseudo-tirolesi piene di canditi e frutta secca e spezie troppo forti.
E le luci e gli addobbi ovunque e i remix delle canzoni natalizie sparate a palla nei negozi con le commesse dalla faccia stanca e
C'è un gran vento fuori dalla finestra, strano. I lampioni della rotatoria di fronte a casa mia oscillano un bel po'. Forse anche loro vorrebbero essere da un'altra parte.
Se agosto è il mese perfetto per fare casini, gennaio è il mese perfetto per schiarirsi le idee. Il freddo ti prende sempre di sorpresa, te lo ritrovi sbattuto in faccia come una domanda esplicita e improvvisa. Con il freddo non ci sono giri di parole. Gennaio è perfetto per viaggiare.
Due anni fa a quest'ora, stavo facendo le valige per l'Australia. E' stato il capodanno più solitario della mia vita, il primo viaggio che facevo completamente sola, e mi ha insegnato un bel po' di cose, sul viaggiare. A Perth il freddo non c'era, era estate, ma il mio cervello ormai era settato su modalità inverno, quindi ho riflettuto un sacco. Nelle nervose notti in bianco da jet lag, che poi in realtà il jet lag era una scusa..quelle mattine in cui mi svegliavo nella casa completamente vuota, un'enorme casa spaziosa calda luminosa piena di stanze dall'altra parte del mondo, con dentro me. La cucina gigante dove mi facevo i toast con la vegemite, la scala a chiocciola, la sensazione stupenda di camminare a piedi nudi sul legno caldo e sulla moquette. La terrazza che adoravo, con le pareti tutte di vetro affacciata sul fiume Swan e lo skyline di Perth.
Il vento sta diventando sempre più forte, leggermente preoccupante. Si sentono rumori sinistri, sono sicura che ha ribaltato tutti i vasi di mia madre.
Un anno fa avevo l'America nella testa, e un biglietto per la Finlandia in tasca.
La sera che sono arrivata a Tampere mi hanno portata in un locale, e siamo tornati a casa a piedi alle 2 di notte con -20 gradi. Sapevate che con -20, quando respiri ti si depila il naso? Davvero, si ghiacciano tutti i peli dentro, è una sensazione stranissima. E ti si cristallizzano di ghiaccio anche le ciglia. Mi manca quel freddo. La neve era così tanta che copriva tutto, come se volesse togliere tutte le distrazioni. Il silenzio era così intenso che era impossibile non sentire i propri pensieri, anche quelli più nascosti.
Che freddo ai piedi. Vorrei che questo vento la smettesse.
In questo momento, sono indecisa tra scegliere la cartella nera oppure lo zaino grande rosso da backpacker, lanciando maledizioni a Ryanair che mi farebbe pagare una bazzecola come 30 euro in più per un bagaglio da stiva. Eppure mi ero ripromessa di non comprare mai più un volo con quella compagnia di aerei di plastica. Ma un'offerta è sempre un'offerta, e Dublino ormai mi sta aspettando.
Non so bene cosa mi abbia spinta a desiderare di viaggiare da sola questa volta, ma sento che sarà una buona cosa per me. E non solo perché mi permetterà di affinare la mia tecnica di lettura di cartine, o quella dell'uscire-da-un-negozio-senza-proseguire-per-dove-si-è-arrivati, o quella dell'evitare la conversazione con il vicino rompiballe in aereo, pensando intensamente "sono un bracciolo-sono un bracciolo-sono un bracciolo".
Più sto qui, e più mi sembra di stare guardando tutto da fuori. La gente che conosco, i posti che vedo ogni giorno, tutto quello che succede attorno a me. Ho bisogno di qualcosa che non conosco, un posto dove entrare per poi uscire subito, un posto vero, non quest'aeroporto dove sono adesso, in attesa, dove ho chiuso fuori tutto. Questa volta sono io che voglio una porta girevole.
Ho bisogno del mio abituale mindfuck invernale.
Sarà che è sempre tutto
Uguale
Uguale
-T.A.R.M.-
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