Riassunto

Sono arrivata in Giappone  a gennaio di un anno fa, senza obiettivi. Iscritta ad una scuola di giapponese perche' quello studentesco era l'unico visto che potevo permettermi.



La mia prima casa e' stata il dormitorio della scuola: un appartamento che era l'incarnaizione terrena dell'essenza della parola "piccolo", diviso tra cinque persone, senza finestre, senza soggiorno e una stanza ancora piu' piccola costituita da letto+armadio+frigo+scrivania.



Un mese dopo il mio arrivo ho deciso che era meglio trovare un lavoro part-time e ho cominciato a dare lezioni di inglese e italiano. Stavo quasi per essere assunta da una prestigiosa scuola di inglese stile giaccaecravatta quando mi sono detta: sai cosa? Anche no. Ed e' a quel punto che ho trovato lavoro in un punk bar a Shinjuku.



Ad aprile ho costretto i professori a farmi fare un esame per saltare un livello e passare alla classe successiva perche' mi stavo distruggendo di noia. Un weekend a studiare come una deficiente.



A maggio ho traslocato. Un appartamento tutto per me, con un soggiorno e un divano e una grande stanza di tatami.



Arriva l'estate e con lei il JLPT, la famigerata certificazione di lingua giapponese. Con uno spettacolare colpo di culo passo il livello 2, ma le sofferenze non sono finite. A scuola mi costrigono a partecipare ad uno speech contest dove dovro' fare un discorso in giapponese davanti a tutta la scuola. La performance impeccabile (ed estremamente noiosa) dei miei compagni asiatici mi genera un'ansia da prestazione tale che decido di madare a quel paese le prove e trasformo il mio discorso in una mezza commedia con tanto di lancio dei foglietti alla fine. E vinco pure un premio.


L'estate se ne va e io invece voglio restare. A Tokyo. Il mio visto sta per scadere e l'unica cosa da fare e' trovare un lavoro qui: la ricerca ha inizio. Seguiranno 3 mesi di agognante ricerca, di stesura di curriculum in giapponese, interviste indossando l'odiatissima giacca e cravatta e tante, tante bombe mentali.



Nel frattempo incontro un signore che da' lezioni di sanshin e comincio a suonarlo pure io.



Appena prima di Natale ricevo una misteriosa proposta di lavoro part-time per tre mesi come traduttrice di italiano per un certo progetto: la accetto. L'anno nuovo comincia con tre mesi di permanenza rimasti e zero idee di che cosa fare se non mi rinnovano il contratto.



La ruota della fortuna sembra girare in mio favore e mi viene annunciato che il contratto continuera' come full time e che la compagnia e' disposta a sponsorizzare il mio visto. Altre settimane di pena e panico, dolore morte e disperazione nell'attesa di un verdetto, che si rivela essere diverso da quanto mi ero aspettata: entro in possesso di un visto di non uno, ma ben tre anni.


Comincia la mia vita da expat: una paga mensile, un ufficio, un contratto di sei mesi, ma soprattutto la possibilita' di pianificare il futuro. E i sakura, puntuali, foderano la citta' di rosa confetto e di giapponesi ubriachi.



Il contratto del mio appartamento scade e decido di traslocare ancora. Via stanza coi tatami e benvenuto palazzo di vetrolegnocemento.

L'estate porta visitatori dall'occidente, tra cui il fratello che non vedevo da un anno e mezzo. Assieme rockeggiamo la citta' rovente tra templi, bar nascosti, festival e negozi di chitarre.

L'estate e' corsa via.
Sono sempre piu' sicura che il tempo qui a Tokyo scorre in anni canini; mi sono distratta un attimo ed e' arrivato il mio secondo compleanno in Giappone. In quest'anno e 10 mesi ho tentato piu' volte di ricominciare a scrivere il blog, senza mai avere successo. Piu' tempo passava e piu' difficile era sapere da dove cominciare. Ecco perche' questo post con un goffo riassunto della mia vita qui. Questo e' il mio ultimo tentativo di riesumare il blog, se questo fallisce non ci provero' piu'.

Voglio ritornare alla vecchia routine dei post settimanali. Tornate tra sette giorni, e vedremo. Sono aperte le scommesse signore e sgnori! Riuscira' Stila a salvare il blog? O sara' il blog a salvare Stila? No one can live while the other survives? Prossimamente su questi schermi.

One last time.



7 rockers:

  1. quindi tornerò a dare un'occhiata a nuove informazioni tra una settimana. oppure no.

    in ogni caso, che gran cazzo di spettacolo.

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    1. Grazie kuroko!!
      Ho voluto darmi un'ultimatum ufficiale, cosi' da non avere piu' scuse per non continuare il blog :)

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  2. bene, lunedi 20 alle 7:21 saro` qui! e comunque non posso non quotare ombrella kuroko: "che gran cazzo di spettacolo"!!!!!

    kissu ne!

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    1. Eh a metterlo tutto insieme cosi' fa proprio impressione... e ho solo intaccato la superficie, c'e' tutta la roba personale a cui ovviamente non accenno sul blog ;)

      kissu!!!

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  3. Non ti avrei mai chiesto una cosa del genere, ma mi fa così piacere che tu ce l'abbia regalata...
    Bellissime le foto, bellissima la storia, alcuni pezzettini mi mancavano. Mi sembra di averne vissuto un pochino.
    Per me che Stila sia riuscita a salvare il blog o a ucciderlo non ha molta importanza. L'importanza è che lo abbia fatto con stile.

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    1. Sempre fare tutto con stile e con la pancia!
      Grazie per il continuo supporto Jack, l'altro giorno sono andata a rileggermi un paio dei miei post preferiti nel tuo blog e mi hanno dato ispirazione.

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    2. E' un grande onore Stila-chan !

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