Week 52: Tanto Per Cominciare

Tanto per cominciare, sappiate che un addio non sarà mai come ve lo siete immaginato.
Posso dire che nelle ultime settimane sono diventata abbastanza esperta di addii (o "arrivederci" per essere precisi, ma volete mettere addii? Fa più film strappalacrime di serie B) e tanto per cominciare, gli addii non dovrebbero esistere. Nuocciono gravemente alla salute mentale.
Esistono forse un paio di metodi che permettono di sopravvivere indenni ad un addio, e per il bene dell'umanità e della ricerca scientifica ve li illustrerò di seguito. Non disturbatevi a darmi il Nobel, che tanto non ci sta in valigia.

Metodo PUNCH LINE
Indicato per quelli che non sanno mai che cosa dire agli addii.
Questo metodo si basa su una singola frase. Pensate, anche con qualche mese di anticipo, a qual è l'ultima cosa che vorreste dire alla persona che saluterete. Il giorno dell'addio non importa cosa farete, cosa direte o dove andrete. Un momento prima di lasciarvi guardatevi negli occhi (meglio di tutto con un faretto a 45° per le ombre sul volto e un fill flash dietro che vi faccia un po' di silhouette per la drammaticità, ma arrangiatevi con quello che avete) e dite la vostra battuta. Effetto. A quel punto voltatevi e andatevene senza aspettare che il regista urli "buona la prima".

Metodo CTRL+ALT+CANC
Indicato per quelli che non riescono mai a staccarsi dalla persona che salutano.
Fate quello che dovete fare. Bevetevi la vostra birretta assieme, chiacchierate, bla bla bla finché non arriva il momento di andare. Quando siete davanti alla macchina, pronti per andarvene, datevi un bell'abbraccio, lungo, pieno di ammore. Occhio: una volta finito l'abbraccio dovete entrare in modalità amnesia totale, come se foste dei perfetti estranei. Non dite assolutamente niente, voltatevi e andatevene senza nemmeno guardarvi. E' un metodo un po' brutale, ma per i casi estremi di indugiatite titubante non c'è altra soluzione.

Voi che metodo usate quando dovete salutare qualcuno?























Ovviamente io non ho mai usato nessuno dei due metodi.

Where do you think you're going? dei Dire Straits è la colonna sonora dei miei addii.
[ascoltatela.]
Le note affilate dell'intro mi graffiano la pelle mentre ti guardo negli occhi e mi si rizzano un po' i peli sulle braccia. Parliamo di cose senza senso e mi prende l'ansia, nelle orecchie mi ronza sempre la stessa frase. Dove credi di andare? Faccio la disinvolta. Prima o poi un abbraccio romperà il nostro blaterare e allora if you ain't with me girl, you're gonna be without me. Sembra che la stia sentendo anche tu.
Quando comincia l'assolo mi volto, il ritmo cresce con la velocità dei miei passi.
Non sono riuscita a dirti quello che volevo.
Ma tanto lo sai.


p.s. ho aggiornato il post precedente con la foto della mia creazione.

3 rockers:

  1. Allora ti succede anche con gli altri di non riuscire a dire proprio quello che volevi. Meno male pensavo di essere l'unico copione andato diversamente , si vede che sei più brava a scrivere che a parlare ;P

    A volte penso che andandosene, uno se la possa giocare più liberamente... non hai timore di figuracce, e poi chi se ne frega?
    Diverso sarebbe mandare il proprio capo a spigolare e il giorno dopo esserci di nuovo in ufficio ^^'

    Anche se come diceva un grande Maestro... un anno passa in fretta!
    ciao bionda

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    Risposte
    1. No no, non sei l'unico tranquillo!

      Già, posso fare tutte le figuracce che mi pare :P

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  2. addii di schiena: accade spesso che rimango a fissare la schiena di chi ho salutato. tutto il tempo di dire ciò che non sono riuscita a dire.
    addii girati e fuggi: girarsi e partire in quarta guardando per terra. metodo istantaneo e versatile.
    addii da lontano: in alcuni casi mi giro e perché so che anche l'altro/a si girerà. saluto con la mano. da lontano.

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