9 marzo 2010

Oggi sono in versione nostalgica, eh, che ci vuoi fare, capita..

Il mio chiodo, mi manca.

ci pensavo l'altro giorno.
Tutti quelli che hanno condiviso l'adolescenza con me lo ricorderanno per forza. Non ne ho più trovato uno che mi piacesse dopo di lui. E dire che era anche di vera pelle, che normalmente evito, un regalo di mia madre comprato alla Conbipel per un compleanno, per i 15 o 16 anni. Un po' un controsenso..

Ha abbracciato tante persone, delle persone importanti, le prime. Ha visto tante prime cose di me.
Mi piaceva l'odore che aveva la domenica mattina, dopo qualche festa. Sapeva di sigarette e di birra e di bosco.

E mia madre che non lo sopportava, lo metteva sempre sul balcone e io mi incazzavo. 

Tutti quegli inverni di rifiuto di qualsiasi giacca e accanimento nel metterlo anche se era troppo freddo, valle di merda lo decido io se è freddo o no. perché pesava come il piombo ma in realtà non teneva affatto caldo.
Stranamente però, alle mani non ho mai avuto freddo.
Quel chiodo mi capiva.

e quelle estati calde in cui non volevo mai abbandonarlo, potevano esserci anche 40 gradi ma eri sicuro che a Fiera c'era una pazzoide che girava con un chiodo nero appoggiato su una spalla, sguardo incazzato e le tasche piene di musica.

La leggendaria borsa con la catena con cui faceva un binomio perfetto. Quella borsa ha rovinato ogni singola giacca che mettevo al di fuori di lui, quasi come gli fosse fedele.

Aveva imparato le mie emozioni. Quando ero incazzata mi tiravo sempre su il colletto. Non credo di averlo mai tirato giù.

E tutte le occhiate disgustate che mi prendevo, ecco era quello che mi piaceva. Non aveva mezze misure, come me. O ti piaccio o ti sto sul cazzo.
Diventava lo specchio dei pensieri della gente.

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