lunedì 11 aprile 2016

Onbashira Festival 1/3: Il giorno prima

In questi tre post fotografici condividerò il mio viaggio che ho fatto in quel di Suwa (prefettura di Nagano) per assistere all'Onbashira, un festival che viene celebrato ogni sei anni.

La pagina Wiki di Onbashira vi informerà su tutto quello che c'è da sapere in proposito, ma per chi è di fretta ecco qui l'essenza:
Immaginatevi quattro templi: quattro giganteschi tronchi d'albero vengono eretti attorno a ogni tempio. Ogni sei anni questi tronchi vengono cambiati praticando la cerimonia dell'Onbashira che consiste in:
- Andare fin su sulla montagna e tagliare 16 nuovi alberi
- Trascinare i tronchi con enormi corde per 20 km fino giù in paese (quando dico trascinare intendo a mano)
- Rimpiazzare i vecchi tronchi con quelli nuovi e festeggiar, festeggiar

Ora, Il festival è diviso in due parti:
- Yamadashi (山出し uscire dalla montagna) dove i tonchi vengono trascinati, appunto, giù dalla montagna;
- Satobiki (里引き trascinare nella città) dove i tronchi vengono eretti nei templi.

Io sono andata a vedere Yamadashi. Ma ora basta ciarlare e spazio alle foto!

Prima di tutto, questo è Tecchan: un gran figo trovato su AirBnb che ci ha affittato una stanza sopra il suo negozio di skate e snowboard, e che ci ha dato un passaggio fino al tempio!


Dato che siamo arrivati il giorno prima del festival, abbiamo deciso di dare un'occhiata a uno dei quattro templi. Il complesso di templi si chiama Suwa Taisha (諏訪大社) e i quattro "sottotempli" sono Honmiya (本宮 tempio principale), Maemiya (前宮 vecchio tempio), Harumiya (春宮 tempio di primavera) e Akimiya (秋宮 tempio dell'autunno). Questo è l'Honmiya.

Questi due pali, come vedrete nel prossimo post, vengono inseriti nel troncone e degli uomini si arrampicano su ciascuna di quelle corde, rimanendo appollaiati lì per tutto il tempo che l'albero impiega ad arrivare al tempio e incitando la gente che tira.


 Quel tamburo era un silos. Sarà stato alto 3 metri.


Ed ecco qui un'Onbashira (御柱 letteralmente "onorevole pilastro") in tutto il suo splendore! I locali mi dicono che pesa circa 15 tonnellate.


Qui potete vedere il lato trascinato...completamente liscio :D



Ema (絵馬) con una scimmia che tira i tronchi.



E naturalmente non ci facciamo mancare Fuchiko ;)

Fuori dal tempio bancarelle e negozietti, e non un'anima. In effetti non c'è nessuno da nessuna parte, tanto che pensiamo di aver sbagliato data. Invece questa è la campagna e io sono troppo abituata a Tokyo.


Ecco un modellino in scala per farvi capire come bardano gli onorevoli tronchi!

Jizo scoperti per caso in mezzo al niente, di fronte a un'antichissima casa disabitata... po' inquietanti ad essere sinceri.

La nostra suite!

 Tecchan ha uno stile che adoro.

Per finire, un anmitsu gigante nel "centro commerciale" della stazione, unico agglomerato di negozi nel giro di miglia. A letto presto bambini, che domani c'è da tirar giù tronchi.

Nel prossimo post si fa sul serio!

sabato 2 aprile 2016

Tokyo Metro Manner Poster - Aprile 2016 (inizio nuova serie!)

Questa è la serie mensile in cui scopriamo assieme i poster che Tokyo Metro affigge nelle stazioni per promuovere le buone maniere dei cittadini dentro e fuori dal treno. Se volete saperne di più leggete il mio primo post al riguardo.

Post velocissimo perché:
Come qualcuno sa, questo weekend sono a Suwa, nella prefettura di Nagano a vedere un festival che si tiene ogni 6 anni chiamato Onbashira. Ovviamente al mio ritorno arriveranno i post fotografici MA, miei drughi, anche in vacanza non potevo abbandonare il manner poster!

Ebbene sì, le nostre preghiere sono state esaudite: niente più Miteru-chan!!
Per ora vi lascio solo l'immagine del poster, ma poi ne discuteremo con calma quando torno.
Fatemi sapere che cosa ne pensate!


A me l'omino paffutello sta già simpatico...

lunedì 28 marzo 2016

3 Genialità Assolute del Marketing Giapponese

Che la società moderna sia fondata sul consumismo non è una novità.
L'obiettivo principale di qualsiasi pubblicità è quella di darci una scusa per comprare, di creare un bisogno anche dove non c'è, di creare nuovi desideri da soddisfare nell'egocentrico consumatore medio.
Ma in una società dove l'egocentrismo non esiste, dove il valore più importante non è il benessere del singolo ma l'armonia della società stessa, a che tipo di marketing ricorrono le compagnie? È presto detto. In Giappone molte volte il bisogno di comprare non nasce dal desiderio, ma dal senso del dovere.

Il Giappone è il sogno di ogni marketer. Il Giappone ha una cultura dove la gente evita il conflitto, dove offendere il prossimo è considerata la peggio catastrofe, dove dimostrare la propria gratitudine è (spesso) una questione di facciata, dove in pratica puoi dire alla gente "compra" e loro comprano.

Andiamo quindi a vedere qualche esempio di genialità del marketing giapponese e come funzionano. E soprattutto, il grave impatto che ciascuna di queste "genialità" ha sulle mie tasche.

1. Nengajo


年賀状 (nengajou) è un tipo di biglietto di auguri giapponese, utilizzato per scambiarsi gli auguri di buon anno. Normalmente consiste in una cartolina raffigurante disegni di vario tipo, spesso l'animale dello zodiaco cinese che rappresenta il nuovo anno. All'interno contiene un breve messaggio che può essere un ringraziamento per l'aiuto ricevuto durante l'anno passato, o un augurio di buon anno.
Ora, non si stratta esattamente di una nuova tradizione - i primi Nengajo documentati risalgono al periodo Heian (794-1185) - ma è innegabile che con il passare degli anni la tradizione si sia trasformata, e i Nengajo sono passati da un modo per far sapere ai propri cari lontani che si è in buona salute, a una semplice azione di rito. In pratica, un giapponese deve mandare Nengajo a tutti quelli che conosce, amici, parenti e perfino partner lavorativi. Verso la fine dell'anno gli uffici postali vengono invasi - INVASI - da persone che trasportano pile di cartoline, che spesso devono scrivere a mano perché fa più bella figura (anche se ultimamente vanno molto anche i prestampati). C'è chi ne manda centinaia. Normalmente bisognerebbe fare in modo che il Nengajo arrivi al destinatario al primo dell'anno, e per far questo gli uffici postali giapponesi spesso assumono dello staff part-time aggiuntivo che lavora solo in quei giorni.

Spot pubblicitario per i Nengajo 2016 con il famoso gruppo pop Arashi

2. Omiyage


Spesso tradotto con la parola "souvenir", l'omiyage (お土産) è in realtà cosa ben diversa. In breve, la più grande differenza tra i due è che l'omiyage non è una scelta, ma un dovere sociale.
L'origine non è ben chiara e a volte è attribuita ai pellegrinaggi ai templi. Al giorno d'oggi l'omiyage consiste al 99% dei casi in cibo, preferibilmente tipico del posto in cui si va. Il Giappone è letteralmente ricoperto di negozi di omiyage in ogni angolo, che spesso prendono forma di scatole di dolci o snack confezionati singolarmente, già impacchettate in una carta dal design elegante. L'omiyage è particolarmente importante nell'ambiente lavorativo, dove è un must assoluto e viene considerato quasi come un modo di scusarsi per aver preso le ferie mentre gli altri stavano lavorando. Ma non si limita a questo: anche nel caso di viaggi di lavoro si è comunque tenuti a portare un omiyage. Nell'ufficio dove lavoro abbiamo un grande tavolo al centro, che è perennemente ricoperto di scatole di dolci/crackers/patatine e chi più ne ha più ne metta, omiyage insomma. L'omiyage è un obbligo sociale a tal punto che dev'essere considerato quando si calcola il budget di un viaggio (non è che siano esattamente economiche ste scatole, 10 euro qui e 20 euro lì...soprattutto se si lavora in un ufficio con molte persone, e bisogna sempre assicurarsi che ce ne sia abbastanza per tutti). Certe persone poi, comprano degli omiyage "extra" per essere sicuri di non fare brutta figura con nessuno. Ad esempio, mi è capitato più di una volta di incontrare un conoscente per caso (senza esserci dati appuntamento), magari in un bar, di chiacchierarci un po' e magari viene fuori che sono andati da qualche parte, e allora dalla borsa tirano fuori un cioccolatino o un pacchetto di senbei e mi dicono "ecco ti ho portato un omiyage!". Ora, questo è capitato anche con gente che vedevo per la seconda volta nella mia vita. A volte perfino con gente appena conosciuta. Semplicemente non puoi fare brutta figura qui.

3. S. Valentino e White Day


Questa è la mia preferita, perché è una variante (o un perfezionamento) di una strategia di marketing occidentale. Forse avete già sentito parlare di San Valentino in Giappone (バレンタインデー, Barentaindee), ma vediamo velocemente che cosa lo rende una genialità del marketing.
I giapponesi di San Valentino hanno importato principalmente una caratteristica: il fatto di regalare cioccolato. Compri il cioccolato (più costoso è meglio è) e lo regali alla persona che ami. Ah ma questo sistema è pieno di falle, pensarono i geni del marketing giappi. Si può migliorare. Scriva ragioniere, scriva.
Per prima cosa facciamo che a San Valentino le donne regalano il cioccolato agli uomini. E fin qui niente di speciale. Ma hmm, la cosa della persona amata è limitativa, facciamo che invece deve regalare cioccolato a tutti gli uomini che conosce. Si aggiungono così all'honmei choko (本命チョコ - cioccolato che si dà alla persona "preferita", l'innamorato insomma) il giri-choko (義理チョコ - cioccolato obbligatorio) che si dà ai colleghi e conoscenti. Ultimamente poi le sottocategorie si fanno sempre più numerose: tra queste il tomo-choko (友チョコ - cioccolato dell'amicizia che ci si regala tra ragazze), il gyaku-choko (逆チョコ - "cioccolato al contrario" cioè che i ragazzi regalano alle ragazze) e il jiko-choko (自己チョコ - cioccolato personale, che si compra per sé stessi).
Ancora una volta, che cosa costringe i poveri giapponesi a fare tutto questo anche se non è una loro tradizione? Anche se pensano che sia stupido? Le pressioni sociali ovviamente. Il senso del dovere. Se c'è anche una minima possibilità che un amico, un collega o - dio non voglia - un nostro superiore sia offeso per non aver ricevuto cioccolato a S. Valentino, per sicurezza regalimogli cioccolato.
Usano la loro cultura contro se stessi.

Sempre restando in tema di marketing, a me piace sempre aggiungere un bonus alla fine dei miei post, quindi ecco altre due piccole genialità che meritano una menzione speciale:

Le edizioni limitate

In qualsiasi momento, in Giappone, sono in corso almeno una ventina di "edizioni limitate": dai videogiochi alle offerte di sconto, dal KitKat al lampone alle confezioni di caffè con personaggi di anime stampati sopra. Questi prodotti possono essere disponibili solo per un certo periodo, o magari sono in determinati negozi. A volte certi prodotti sono disponibili solo in determinate città, come la birra di Sapporo che ho menzionato nel post precedente. Inutile dire che, con la loro cultura dell'attimo fuggente, i giapponesi ne vanno matti.

I prodotti a tema




Un esempio a caso, il FrappuQualcosa di Starbucks a tema primaverile.
Come dicevo nel post precedente sulla birra, non importa quale sia la ricorrenza: le stagioni, Natale, Capodanno, l'uscita del nuovo Star Wars. Se questa ricorrenza esiste in Giappone, allora esiste anche un numero di prodotti a tema. Sempre.

Bene! Abbiamo visto che il marketing giapponese si fonda sui seguenti valori:
- Senso del dovere
- Senso di colpa
- Imitare ciecamente le masse
Non saprei dire quale strategia di marketing faccia più danni, se quella giapponese o quella occidentale. Posso affermare però che vorrei che non ci fossero così tanti uomini nel mio team in ufficio, e che quando vado da qualche parte mi guardo bene dal divulgare la notizia al prossimo.

E ora una domanda per voi. Qual è la più subdola strategia di marketing a cui avete mai assistito? Non importa quale sia il prodotto o il paese in cui viene venduto, voglio sapere qual è secondo voi la tecnica migliore con cui avete visto vendere un prodotto.

Buon lunedì e comprate, comprate, comprate!

lunedì 7 marzo 2016

Packaging giapponese: le birre primaverili 2016

La venerazione per le quattro stagioni, l'amore per il packaging e l'assoluta ossessione per le edizioni limitate: benvenuti nel mercato dei prodotti giapponesi.

Quest'oggi prenderemo in esame un prodotto che mi sta particolarmente a cuore, ovvero la birra. Proprio così: fra i tanti prodotti per cui viene realizzato un packaging diverso a seconda della stagione o della ricorrenza c'è anche lei. Asahi, Kirin, Sapporo, Suntory, le principali aziende birraie giapponesi realizzano ogni anno dei packaging speciali per le loro birre. Questi packaging possono essere a tema stagionale, ma anche ispirati a festività, ricorrenze, film e celebrità; di solito sono disponibili per un periodo di tempo molto limitato o addirittura in luoghi specifici (ad esempio vendute solo nei convenience store).

Personalmente sono molto divertita da questa usanza, perché grazie a lei gli scaffali dei supermercati non sono mai visivamente gli stessi e non annoiano mai, e poi c'è sempre qualcosa di nuovo da provare. Dall'altro lato, a volte esagerano un po' con l'anticipo e ti ritrovi la birra a tema estivo quando fuori è ancora freddo e piove, oppure tutto si decora di foglie autunnali a metà agosto quando stai ancora sudando come un maiale in infradito (tu, non il maiale).

Questa è una lista delle birre a tema primaverile realizzate per il 2016. Vogliate apprezzare il fatto che per realizzare questo post ho dovuto andare a cercare e comprare tutte le birre che vedete di seguito, e ora ho il frigo pieno di lattine rosa. E dovrò berle.

Traparentesi, se state imparando il giapponese potete esercitarvi provando a leggere quello che c'è scritto sulla lattina, o andare a vedervi i siti che ho linkato.


1.『アサヒスーパードライ スペシャルパッケージ』
Asahi super dry special package
Sito ufficiale



Descritta come "la birra che annuncia l'arrivo della primavera".
Eh sì, ho deciso di partire con il peggio. Immaginate avvicinarvi allo scaffale delle birre nel vostro supermercato di fiducia ed essere sparaflesciati da questa cosa rosa confetto. E come se ce ne fosse bisogno, un'enorme scritta in maiuscolo ci fa notare che è uno "SPECIAL PACKAGE". Ma dai?
Bevendola mi aspetto quasi che contenga Big Babol liquefatta.


2.『クリアアサヒ 桜の宴』
Asahi Clear - la festa dei Sakura
Sito ufficiale


Un design leggermente più moderato per la cugina Asahi Clear. A differenza di Asahi però, che contiene la stessa identica birra di quella normale, per Asahi Clear è stato usato un malto arrostito e del luppolo speciale dall'aroma particolarmente "rinfrescante" che dovrebbe abbinarsi ai picnic sotto gli alberi di ciliegio (hanami).
3.『一番搾り 春爛漫デザインパッケージ』
Kirin Ichiban Shibori - packaging dal design in piena fioritura della primavera
Sito ufficiale



Dio che difficili da tradurre sti titoli. Io penso sempre di fare post facili e poi...vabbè.
A differenza di Asahi, Kirin punta su "un design elegante che rispecchia il modo in cui i giapponesi si godono i sakura".
Ha.
Perdonatemi il gioco di parole ma, Kirin, a chi vuoi darla a bere? Chiunque sia stato in Giappone durante la fioritura dei sakura sa benissimo che i giapponesi la usano come una scusa per spaccarsi di alcol. Bevono in modo civile, forse sì, ma sicuramente non elegante.


4.ザ・プレミアム・モルツ 『2016日本の春(桜と富士)』
The premium Malts - Primavera giapponese 2016 (sakura con il monte Fuji)
Sito ufficiale


Suntory si affida all'artista Kubo Shu per un design dal sapore tipicamente giapponese che ricorda l'Ukiyo-e. Questo design dovrebbe "tingere di vivacità l'arrivo della primavera". Io non so se tinge ma so se non altro insegna a quelli di Asahi che per farlo non c'è bisogno di accecare la gente con lattine che brillano anche al buio.
Ho apprezzato molto questo design che non stravolge completamente l'immagine originale della lattina, ma "fiorisce" all'interno di essa.

5.サントリー『春の旬味と、爽やかビター』
Suntory - il gusto stagionale della primavera e la fresca amarezza
Sito ufficiale


Un'altra birra realizzata da Suntory, questa volta molto più "in your face" ma che mantiene la sua dignità con un design a mio parere molto ben riuscito. Il tema principale di questa birra è l'abbinamento ai cibi primaverili, e infatti sul sito c'è anche una ricetta per fare 焼きキャベツ (yaki kyabetsu, cavolo grigliato) che a sentire loro se abbinato alla birra durante l'hanami dovrebbe essere la morte sua.

6.アサヒ オリオンいちばん桜
Asahi Orion Ichibanzakura



Sempre da Asahi, abbiamo Orion Beer, la birra di Okinawa. E infatti lo stile è quello (non saprei dire perché ma mi fa venire in mente Okinawa. Sarà la soggezione?). I fiori di sakura si mescolano all'azzurro del mare e fanno venire voglia dell'estate che sta per arrivare.

7.サントリー『春の金麦プレゼント』
Suntory - il regalo primaverile dell'orzo
Sito ufficiale



Ancora una lattina da Suntory, questa volta per promuovere una campagna regalo in cui 3000 fortunati estratti riceveranno un pacco da 12 lattine. Penso sia solo per il Giappone, ma se capite un minimo di giapponese potete provare a partecipare!

8.サッポロクラシック 『春の薫り』(北海道限定)
Sapporo Classic - L'aroma della primavera (disponibile solo in Hokkaido)
Sito ufficiale

Ecco, siccome in Hokkaido sono degli antipatici e si vogliono tenere la loro birra tutta per loro, a questa non ho potuto fare la foto. Comunque sono sicura che "La classica speciale che arriva solo in primavera" non è niente di speciale.
Tiratevela di meno, antipatici.


9.軽井沢ブルワリー『THE軽井沢ビール 桜花爛漫(クリア)』
Karuizawa brewery - THE Karuizawa beer e la rivolta dei sakura (clear)
Sito ufficiale

Purtroppo anche per Karuizawa ho fallito, e non sono riuscita a trovarla da nessuna parte. Non ho nemmeno capito se la vendono da qualche parte o solo su internet, dato che sul sito non ho visto nessuna data di vendita. In ogni caso, design molto semplice ma di effetto che oltre ad essere in tema rende la lattina anche lievemente mimetica, così i vostri amici non ve la rubano.

10.サッポロ 麦とホップ The Gold桜デザイン缶
Sapporo - orzo e luppolo The Gold, lattina dal design di sakura
Sito ufficiale



E per finire, abbiamo una Sapporo che si è degnata di arrivare fino a Tokyo! Anche questo design riprende la lattina originale aggiungendo qualche fiore di cigliegio, in maniera discreta ma efficace.
E queste erano le birre giapponesi edizione primavera 2016!
Ci sono tantissimi altri prodotti con packaging stagionale, come il caffè, il tè, gli snack, i dolci e perfino le confezioni di cibo precotto. La stagionalità e il packaging sono due cose che ogni compagnia giapponese deve tenere seriamente in conto, altrimenti sarà fuori dal giro. Persino compagnie occidentali hanno cominciato a realizzare prodotti stagionali, un esempio è Starbucks con il suo Sakura Blossom & Strawberry Frapuccino (non scherzo, guardate qui). Ci sono decine e decine di blogger e vlogger giapponesi che sui loro siti e canali non fanno altro che recensire prodotti, spesso in edizione limitata. Uno dei miei preferiti è Hikakin, un beatboxer con un canale youtube che aggiorna costantemente dove recensisce i cibi e i gadget più strambi.

Se i packaging stagionali vi hanno strappato un sorriso, potete leggere anche questo post sul packaging e i prodotti tipici del Setsubun. Se invece volete saperne di più su com'è vissuta la birra in Giappone, in particolare la birra artigianale, ecco un post sul Keiyaki beer festival. Per finire, anche in questo post si parla di packaging.
Al voto! Qual è la vostra lattina preferita?

giovedì 3 marzo 2016

Raccolta di foto dell'Hina Matsuri

Oggi in Giappone è l'Hina Matsuri, la festa delle bambine.

Ho già scritto di che si tratta in questo post di un'anno fa, ma quest'anno ho messo assieme una piccola raccolta di foto su Pinterest per mostrarvi quali sono le cose tipiche di questa festa.

Io so solo che qua nei negozi è tutto rosa. Va bene la primavera e i sakura e tutto, ma in Giappone ogni anno in primavera sembra che l'intera popolazione abbia dato alla luce figlie femmine.

Enjoy!

Stila さんの Pinterest ボード「Hina Matsuri」をフォローしましょう。

mercoledì 2 marzo 2016

Tokyo Manner Poster - Marzo 2016

Questa è la serie mensile in cui scopriamo assieme i poster che Tokyo Metro affigge nelle stazioni per promuovere le buone maniere dei cittadini dentro e fuori dal treno. Se volete saperne di più leggete il mio primo post al riguardo.

Ci sono quelli che quando se ne vanno, se ne vanno col botto. Apparentemente, Miteru-chan non è tra questi.

Ed è dalla mia pausa pranzo che vi scrivo queste righe, mentre mi gusto un'arancia simpaticamente aspra come la morte comprata ieri al supermercato a metà prezzo. Stamattina, alle 8, con gli occhi che bruciavano per la scarsità di ore dormite e l'esule corpicino tremante per il freddodimerda, mi sono avventurata giù per le scale della stazione della metro, con il cuore palpitante e le aspettative alle stelle perché, come voi tutti cari lettori sapete...

Questo è l'ultimo mese della serie 2015-2016 dei Manner Poster della Tokyo Metro.

È stato quindi, non lo nascondo, con un filo di delusione, che mi sono fermata davanti al muro del poster (mentre tutti gli altri passavano guardandomi come dire " 'zzo se guarda questa?" ma vabbè).
Ma non voglio influenzarvi oltre, miei drughi. Esaminatelo coi vostri occhietti vispi da mercoledì mattina e poi ne riparliamo:



Boh. Niente di speciale, davvero. Insomma, dopo avermi fatto scorticare Google e scomodare i forum di mezza rete per Benzaiten, demoni e compagnia bella, mi aspettavo come minimo un qualcosa di, che so... originale? Trasgressivo? Magari una scena di grande impatto emotivo tipo Miteru-chan che cammina verso l'orizzonte stile fine di Street Fighter?

E invece mo' ora mi fa la seria. Vabbè, andiamo a vedere che cosa ha da insegnarci.

Good!
からだによせればぶつかりづらいね

Traduzione:
Bene! Se la tieni vicino a te è difficile che vada a sbattere

Ora. Sorvolando sul fatto che spero che quelle siano delle valigie e non taniche di benzina per dare fuoco al treno (nessuno passerà mai più di qui dopo Miteru-chan muahahahaha), il poster di questo mese tocca un argomento che mi sta particolarmente a cuore.
Diciamocelo, le persone con le valigie stanno sempre sul cazzo a tutti. Anche a loro stesse. Ci sono due categorie di portatori di valigie: la prima è quella che, come dice Miteru-chan, è cosciente della valigia, fa della valigia parte di sé e per quanto difficile, cerca di non dare troppo fastidio a chi gli sta attorno. La seconda è quella che una volta preso in mano un bagaglio perde l'autoconsapevolezza, come i cani che se si guardano allo specchio non si riconoscono, e trascina sta valigia dietro di sé della serie "non è un problema mio" falciando gambe e bambini innocenti.
Quindi, sì, diglielo Miteru-chan, dove glie la vogliamo ficcare la loro valigia.

Devo dire che l'idea di utilizzare l'immagine delle ballerine, essenza di grazia, portamento e male ai piedi, per rappresentare il concetto è in qualche modo originale, questo glie lo concedo. Anche se non ho capito bene il perché delle orecchie da cane.

La sentite questa pressione nell'aria? No, non è la primavera che si avvicina: è la tensione e la suspense che cominciano a montare per il Manner Poster del prossimo mese. Nuova serie. Saremo ancora stalkerati da Miteru-chan? Oppure un nuovo Signore malvagio si sta preparando per fare la sua entrata trionfale? Personalmente, io spero almeno che cambino disegnatore, perché sono stufa di 'ste bocche quadrate. E poi ho esaurito le battute sulla gente-fantasma.
Ma niente possiamo fare, se non pazientare.

Qualunque cosa accada, cari lettori, la scopriremo insieme.



lunedì 22 febbraio 2016

Stila@the Punk Bar #2: la festa di Thor

Come si festeggia un compleanno a Golden Gai? Beh, di solito con un gran casino.
Noi ogni anno, per il compleanno di Toru organizziamo una festa al bar. Il 2015 per me è stato il terzo.

Il primo anno, delle tre ragazze che lavoravano io ero ancora la matricola, quindi ero io che lavoravo. Nel mio bar, quando c'è una festa si pagano 3000 yen e si può bere quanto si vuole per tutta la notte. Immaginatevi che roba.



Il secondo anno ho lavorato solo metà tempo. E' stata una festa  selvaggia. Barbecue improvvisato di fuori, DJ vintage con i vinili come piace a Toru, musica a palla, torta in faccia (sprecooo barbari). Serata finita, come tutte le serate selvagge, a Pontocho, il bar in stile Kyoto antica dove non si va mai prima delle 4 del mattino. Anzi, la maggior parte delle volte ci si arriva dopo.

La mia senpai prepara una Grigliata punk

Occhio che i giapponesi quando ne hanno bevuti un paio tiran fuori le katane :D

Il terzo anno? Beh, questa volta ero io la senpai. E come senpai, prima di tutto fuck lavorare il giorno della festa. E poi, come senpai mi spetta la responsabilità della torta di compleanno.
Penso che non sia bello vantarsi. Ma penso anche che a volte, una persona abbia il diritto di farlo. Una volta all'anno diciamo? Sì? Mi date il permesso per utilizzare il mio "tiratela-ticket"?

Ok.

Questa volta ho superato me stessa.



Perché ti meriti tutto l'amore e le ore che ci ho messo a farla, per avermi lasciato lavorare nel tuo bar, ber procurarmi i biglietti gratis dei concerti e perché sei il mio idolo orsachiottone gigante buono con la cresta Thor.

domenica 21 febbraio 2016

Foto del giorno: 21 febbraio - I love...

...living in the city.
(Fear)

Non credo che la mia vita attuale mi permetta di pubblicare foto giornaliere.

Non ho una routine, non mi alzo alla stessa ora tutte le mattine, non lavoro da lunedì a venerdì ma come capita. A volte ho ore da dedicare al blog, e a volte non sono a casa per giorni. Come è appena successo.

Che Tokyo, se non le dai le attenzioni che vuole, s'incazza.



Sto anche leggendo/ascoltando un sacco di consigli a proposito di blogging (se avete un blog anche voi andate a vedervi problogger.com che spacca) e pensavo di ritornare ai post settimanali. Così avrei più tempo per preparare post migliori e un minore rischio di saltare pubblicazioni.
Ma ci sto ancora pensando, in questo momento il blog è in transizione (sto passando a Wordpress) e voglio veramente trovare qualcosa che funzioni.

Intanto, vi auguro un buon weekend (o quello che ne resta) e vado a riposare le mie stanche membra reduci da un pazzo weekend nella city.

A domani.

martedì 16 febbraio 2016

Foto del giorno: 16 febbraio - vecchiette

Oggi sono andata all'ufficio delle tasse a farmi spiegare come fare la dichiarazione dei redditi.
Primo anno da freelance, prima volta in vita mia che faccio la dichiarazione dei redditi, ti pareva che dovesse essere in giapponese. Perché farla in italiano è da dilettanti, tzé.

L'ufficio era pieno di vecchiette, e gestito da vecchiette. Non ho capito bene il perché, forse in Giappone la maggioranza delle persone che fanno la dichiarazione dei redditi sono pensionati. Fatto sta che c'era tanto di macchinetta per misurare la pressione e opuscoli informativi dal titolo "Il tuo fegato sta bene?". Per un momento ho pensato di aver sbagliato porta, giuro.
Gli idoli assoluti della giornata sono state le due vecchiette che, quando ci siamo seduti davanti a loro nella sala d'aspetto, si sono messe a confabulare a voce altissima "Eeeeh ma anche gli stranieri devono fare la dichiarazione? Eeee ma come fanno a capirla? Eeeee gli stranieri".

Oggi il sole mi ha salutata così.




lunedì 15 febbraio 2016

La Musica di Ucci

Visto che, come ho detto ieri, io odio San Valentino, il 14 febbraio ho fatto tutt'altro. O quasi.

Dopo un paio di mesi di stop, ho fatto un altro concerto di sanshin.
Il concerto si teneva in una livehouse di Kawaguchi chiamata Cavallino, e ovviamente - e a mia insaputa - era a tema San Valentino. Il nome dell'evento era "La musica di Ucci", e no, non l'ho tradotto dal giapponese, si chiamava proprio così in italiano. Non ho capito bene chi dovrebbe essere questo Ucci, ma a quanto pare il proprietario ha studiato opera ed è anche stato in Italia e parla un po' di italiano.

Suonavamo noi (sanshin+chitarra+violino) e altri quattro artisti, molto più classici, del tipo piano/flauto traverso/violoncello. Dato che il tema era San Valentino hanno scelto tutti delle classiche canzoni d'amore, e per i giapponesi questo significa sigle dei cartoni Disney.
Noi non ci siamo sbilanciati e, come sempre, siamo rimasti fedeli al nostro repertorio di canzoni di Okinawa.

Il proprietario era un attimo stressato, del tipo che ci ha spiegato nel dettaglio tutte le regole del locale, compreso quando potevamo andare in bagno, e ci ha fatto preparare per delle domande che ci avrebbe fatto sul palco dopo la nostra performance, stile intervista. Immagino volesse solo che il concerto andasse bene, però che ansia.



Dopo che abbiamo suonato noi, è arrivato sul palco e ha cominciato a parlarmi in italiano, così tanto per coinvolgere il pubblico. Ha detto "ciao", "come stai?" e "ho mal di testa". Quando il concerto è finito, ha detto che avrebbe distribuito dei cioccolatini a tutti se prima gli avessimo permesso di cantarci una canzone anche lui. Autocelebrazione come se non ci fosse un domani...
Sapete cosa ha cantato? "Caro mio ben". In italiano, e anche bene. Ok, scusa, my bad.

Come punizione del karma per aver scritto il post di ieri, ho ricevuto una borsa piena di cioccolato da una delle allieve del corso di sanshin, e una barretta di cioccolato alla frutta da una vecchietta che era venuta a vedermi mesi prima ad un altro concerto e che era la vecchietta più adorabile del giappone.


Dopo il concerto sono andata con la sanshin-crew in un izakaya dal nome Tanuki ad abbuffarci di kushiyaki, tofu, edamame, chijimi e una delle bevande più classiche giapponesi: shochu e té verde. Di quelli che ti portano le caraffe e prepari i drink direttamente al tavolo.





Alla prossima, e comunque, io ho le vecchiette groupies e voi no.