lunedì 22 febbraio 2016

Stila@the Punk Bar #2: la festa di Thor

Come si festeggia un compleanno a Golden Gai? Beh, di solito con un gran casino.
Noi ogni anno, per il compleanno di Toru organizziamo una festa al bar. Il 2015 per me è stato il terzo.

Il primo anno, delle tre ragazze che lavoravano io ero ancora la matricola, quindi ero io che lavoravo. Nel mio bar, quando c'è una festa si pagano 3000 yen e si può bere quanto si vuole per tutta la notte. Immaginatevi che roba.



Il secondo anno ho lavorato solo metà tempo. E' stata una festa  selvaggia. Barbecue improvvisato di fuori, DJ vintage con i vinili come piace a Toru, musica a palla, torta in faccia (sprecooo barbari). Serata finita, come tutte le serate selvagge, a Pontocho, il bar in stile Kyoto antica dove non si va mai prima delle 4 del mattino. Anzi, la maggior parte delle volte ci si arriva dopo.

La mia senpai prepara una Grigliata punk

Occhio che i giapponesi quando ne hanno bevuti un paio tiran fuori le katane :D

Il terzo anno? Beh, questa volta ero io la senpai. E come senpai, prima di tutto fuck lavorare il giorno della festa. E poi, come senpai mi spetta la responsabilità della torta di compleanno.
Penso che non sia bello vantarsi. Ma penso anche che a volte, una persona abbia il diritto di farlo. Una volta all'anno diciamo? Sì? Mi date il permesso per utilizzare il mio "tiratela-ticket"?

Ok.

Questa volta ho superato me stessa.



Perché ti meriti tutto l'amore e le ore che ci ho messo a farla, per avermi lasciato lavorare nel tuo bar, ber procurarmi i biglietti gratis dei concerti e perché sei il mio idolo orsachiottone gigante buono con la cresta Thor.

domenica 21 febbraio 2016

Foto del giorno: 21 febbraio - I love...

...living in the city.
(Fear)

Non credo che la mia vita attuale mi permetta di pubblicare foto giornaliere.

Non ho una routine, non mi alzo alla stessa ora tutte le mattine, non lavoro da lunedì a venerdì ma come capita. A volte ho ore da dedicare al blog, e a volte non sono a casa per giorni. Come è appena successo.

Che Tokyo, se non le dai le attenzioni che vuole, s'incazza.



Sto anche leggendo/ascoltando un sacco di consigli a proposito di blogging (se avete un blog anche voi andate a vedervi problogger.com che spacca) e pensavo di ritornare ai post settimanali. Così avrei più tempo per preparare post migliori e un minore rischio di saltare pubblicazioni.
Ma ci sto ancora pensando, in questo momento il blog è in transizione (sto passando a Wordpress) e voglio veramente trovare qualcosa che funzioni.

Intanto, vi auguro un buon weekend (o quello che ne resta) e vado a riposare le mie stanche membra reduci da un pazzo weekend nella city.

A domani.

martedì 16 febbraio 2016

Foto del giorno: 16 febbraio - vecchiette

Oggi sono andata all'ufficio delle tasse a farmi spiegare come fare la dichiarazione dei redditi.
Primo anno da freelance, prima volta in vita mia che faccio la dichiarazione dei redditi, ti pareva che dovesse essere in giapponese. Perché farla in italiano è da dilettanti, tzé.

L'ufficio era pieno di vecchiette, e gestito da vecchiette. Non ho capito bene il perché, forse in Giappone la maggioranza delle persone che fanno la dichiarazione dei redditi sono pensionati. Fatto sta che c'era tanto di macchinetta per misurare la pressione e opuscoli informativi dal titolo "Il tuo fegato sta bene?". Per un momento ho pensato di aver sbagliato porta, giuro.
Gli idoli assoluti della giornata sono state le due vecchiette che, quando ci siamo seduti davanti a loro nella sala d'aspetto, si sono messe a confabulare a voce altissima "Eeeeh ma anche gli stranieri devono fare la dichiarazione? Eeee ma come fanno a capirla? Eeeee gli stranieri".

Oggi il sole mi ha salutata così.




lunedì 15 febbraio 2016

La Musica di Ucci

Visto che, come ho detto ieri, io odio San Valentino, il 14 febbraio ho fatto tutt'altro. O quasi.

Dopo un paio di mesi di stop, ho fatto un altro concerto di sanshin.
Il concerto si teneva in una livehouse di Kawaguchi chiamata Cavallino, e ovviamente - e a mia insaputa - era a tema San Valentino. Il nome dell'evento era "La musica di Ucci", e no, non l'ho tradotto dal giapponese, si chiamava proprio così in italiano. Non ho capito bene chi dovrebbe essere questo Ucci, ma a quanto pare il proprietario ha studiato opera ed è anche stato in Italia e parla un po' di italiano.

Suonavamo noi (sanshin+chitarra+violino) e altri quattro artisti, molto più classici, del tipo piano/flauto traverso/violoncello. Dato che il tema era San Valentino hanno scelto tutti delle classiche canzoni d'amore, e per i giapponesi questo significa sigle dei cartoni Disney.
Noi non ci siamo sbilanciati e, come sempre, siamo rimasti fedeli al nostro repertorio di canzoni di Okinawa.

Il proprietario era un attimo stressato, del tipo che ci ha spiegato nel dettaglio tutte le regole del locale, compreso quando potevamo andare in bagno, e ci ha fatto preparare per delle domande che ci avrebbe fatto sul palco dopo la nostra performance, stile intervista. Immagino volesse solo che il concerto andasse bene, però che ansia.



Dopo che abbiamo suonato noi, è arrivato sul palco e ha cominciato a parlarmi in italiano, così tanto per coinvolgere il pubblico. Ha detto "ciao", "come stai?" e "ho mal di testa". Quando il concerto è finito, ha detto che avrebbe distribuito dei cioccolatini a tutti se prima gli avessimo permesso di cantarci una canzone anche lui. Autocelebrazione come se non ci fosse un domani...
Sapete cosa ha cantato? "Caro mio ben". In italiano, e anche bene. Ok, scusa, my bad.

Come punizione del karma per aver scritto il post di ieri, ho ricevuto una borsa piena di cioccolato da una delle allieve del corso di sanshin, e una barretta di cioccolato alla frutta da una vecchietta che era venuta a vedermi mesi prima ad un altro concerto e che era la vecchietta più adorabile del giappone.


Dopo il concerto sono andata con la sanshin-crew in un izakaya dal nome Tanuki ad abbuffarci di kushiyaki, tofu, edamame, chijimi e una delle bevande più classiche giapponesi: shochu e té verde. Di quelli che ti portano le caraffe e prepari i drink direttamente al tavolo.





Alla prossima, e comunque, io ho le vecchiette groupies e voi no.


Foto del giorno: 14 febbraio - non nominatelo neanche

No.

Non nominatelo, non auguratemelo, e soprattutto non fatemi più vedere un cioccolatino per almeno 6 mesi.

Pensavo io, di averla scampata. Ormai venerdì era arrivato e nella casella postale niente. Forse che quest'anno con la scusa che cade di domenica mi risparmiano.
E invece.
Alle 11:07 alzo gli occhi dallo schermo del mio computer e li incrocio con Montse-san, la spagnola che lavora vicino a me: anche lei ha la stessa espressione di estrema sofferenza stampata in volto.

E' arrivata la mail di San Valentino.

Ma non voglio essere egoista, quindi la condivido volentieri con voi (non ringraziatemi, eh). Questo è quello che il 99.9% delle donne che lavorano in un'azienda in Giappone hanno ricevuto in questi giorni:


お疲れ様です
お仕事中に失礼します。

寒いですね。・・
2月に入り、そろそろバレンタインの季節がやってまいりました。
日頃の感謝を込めてチョコレートのご用意を考えております。
ご賛同していただける方は、
こちらのメールにお返事いただけますでしょうか。
費用は、おひとり500円~1,000円くらいを予定しております。

どうぞよろしくお願いいたします(*^_^*)


Traduzione:

Grazie per il vostro lavoro.
Scusate per l'interruzione durante l'orario lavorativo.
Fa freddo, eh?
Febbraio è cominciato, e con lui la stagione (stagione??) di S. Valentino.
Quindi pensavo che potremmo regalare un po' di cioccolato per dimostrare (ai maschi, ndStila) la nostra gratitudine.
Le persone che sono d'accordo possono rispondere a questa mail.
In quanto a budget, stiamo pensando a circa 500-1000 yen a persona.
Fatemi sapere(*^_^*)


Ecco io non so voi, ma per me dai 4 agli 8 euro per delle persone che in fondo non conosco neanche bene, in una ricorrenza in cui non credo e che comunque non appartiene al paese in cui abito, sembrano un po' tantini. Ma qua guai a uscire dal gruppo e distruggere l'armonia degli elementi.

Ma lasciate che vi spieghi brevemente. Per chi non lo sa, in Giappone a San Valentino il regalo più gettonato è il cioccolato, solo che anziché farsi regali tra coppiette, sono le donne a regalarlo agli uomini. Ingiusto, direte voi. In realtà i giapponesi sono dei geni del marketing, perché hanno inventato (non preso da qualche parte, proprio inventato spudoratamente) un'altra festività, il 14 marzo, chiamata White Day, dove gli uomini devono regalare il cioccolato alle donne in cambio di quello ricevuto a San Valentino. Geniale.

Ma non finisce qui.

Perché far regalare cioccolato solo alle coppiette? Questo lascia fuori migliaia di possibili compratori. E allora inventiamo un'altra usanza, dai. Così, a cazzo. Inventiamo che c'è il cioccolato "dell'amore" che si regala al fidanzato, e il Giri Choko (義理チョコ), ovvero il "cioccolato di cortesia", che devi regalare ad amici e collaboratori e qualsiasi altro tipo di uomo nella tua vita che non sia il tuo ragazzo. Bello, no?

E quindi compra i fottuti cioccolatini, anche quest'anno.



Ma farò un post apposito sulle genialità del marketing giapponese, perché questa è solo la punta dell'iceberg.

sabato 13 febbraio 2016

Foto del giorno: 13 febbraio - primavera, bitches

Oggi ci sono 17 gradi. 17.

Si sta da dio, c'è un vento caldo e l'aria profuma di cose vive. Sono perfino andata al parco. Nonostante tutto però non ho fatto nessuna foto, vuoi perché ero presa dal momento, vuoi perché ieri sono andata a dormire alle 4 e oggi il cervello è in modalità risparmio batteria.

Quindi oggi vi faccio vedere una foto che ho fatto l'altro giorno nella caffetteria figa del posto dove lavoro.



Sto ancora cercando di capire se questa cosa delle foto del giorno ha senso oppure se è meglio che mi limiti ai post settimanali. Se avete consigli a riguardo fatemi sapere.

Ah, e oggi mia madre mi ha mandato una foto di com'è il tempo lì da loro. Mmm direi che sto bene dove sono.


Foto del giorno: 12 febbraio

Noiosa giornata da ufficio, aspettando l'avventurosa nottata.


giovedì 11 febbraio 2016

Foto del giorno: 11 febbraio - come dice Giovanni

Allora, eravamo rimasti che oggi andavo alla mostra dei gachapon a Kichijoji con una missione: completare la mia collezione di Fuchiko Rainbow.


La prima volta che sono andata il risultato è stato: 3 rosse, 2 arancioni, 2 verdi, 2 azzurre e 1 blu. Mi mancavano la viola e la gialla. Ma tornerò, giurai, tornerò e mi vendicherò. O almeno spenderò un'altra badilata di soldi nel tentativo di.

Qualche giorno fa, grazie a un post su Twitter, sono riuscita ad organizzare uno scambio con una tipa di Sendai che aveva una viola in più e voleva una rossa in cambio, quindi oggi, che era l'ultimo giorno della mostra (e queste stronzette sono disponibili solo lì) il mio obiettivo era uno e uno soltanto: lei, la gialla. Una possibilità su sette.

E così mi avvio verso Kichijoji, in una giornata di sole che fa venir voglia di birrette al parco, col portafogli che già piange e il cuore pieno di speranze.

Ho già stabilito un budget. Oltre a quello non si va.

Arrivo sul posto e per prima cosa perlustro la zona gachapon. Dei 4-5 distributori di rainbow che c'erano ne è rimasto solo uno. Do una sbirciata all'interno: le capsule sono di tutti i colori tranne che giallo. Cominciamo bene.

Cambio i soldi alla macchinetta e mi metto in postazione, con una manciata di monetine in mano, pronta per spendere una follia e preparata psicologicamente al peggio.

Vado. Primo round.


Eh vabbè. Ma allora ho vinto. Dio esiste.


Non ci credo. Al primo colpo. 300 yen spesi. Intasco la capsula senza neanche aprirla e con la camminata di John Cena che fa You can't see me me ne vado.
(Non senza prima spendere un paio di pugnate di yen in qualche altra macchinetta di Fuchiko ma questisonodettagli)

E niente, vado a casa e torno al lavoro.

La foto di gruppo non la faccio ancora perché sto aspettando che mi arrivi quella viola per posta.

mercoledì 10 febbraio 2016

Foto del giorno: 10 febbraio - Fuchiko e programmi vari

Vedo che il post di ieri ha suscitato qualche reazioncina. Bene. Ora posso mettere via le sdolcinatezze per altri cinque anni.


Oggi giornata di lavoro da casa, niente di particolarmente interessante da mostrarvi/raccontarvi, quindi vi beccate una foto di Fuchiko. Che l'altro giorno quando mi è arrivata la lightbox (o scatola luminosa o mini-studio fotografico o cosa quadrata e bianca che dir si voglia, eh Sanchan? XD) ho scattato qualcosa come 57 foto. Perfette per giornate come questa.

Ma gli eventi non mancano in questo periodo. Questa domenica è san Valentino - ricorrenza che io disprezzo dal profondo della mia anima, ma potrebbe essere una scusa per mostrarvi come tutta Tokyo si trasformi in un colossale negozio di cioccolatini. Tra l'altro quel giorno io sarò a Kawaguchi a fare un cocerto di sanshin.
A marzo poi c'è la festa delle bambole assassine, di cui ho spiegato in questo post, e poi comincia la primavera e il packaging sul tema si sprecherà, e quindi via di post sulle lattine della birra rosa con i sakura.
Aprile sarà una figata. Intanto ad aprile esce la famigerata Fuchiko serie 5, e poi - udite udite - dopo ben tre anni, la vostra Stila finalmente uscirà da Tokyo e andrà a visitare un'altra parte del Giappone! Ce n'è voluto di tempo, ed è veramente la prima volta che esco da Tokyo (se non contiamo Yokohama e il Fuji-Q). Lo so lo so, vergognati non sei mai andata a Kyoto, Osaka Hiroshima Nara bla bla gne gne. Oh, vivo in una città dove al quarto anno che sto qui posso ancora prendere il treno e andare a finire in un quartiere fighissimo in cui non sono mai stata, quindi mettetevela via ok?

(No vabbè in realtà voglio davvero davvero vedere il resto del Giappone e mi vergogno pure)

Le. Devo. Avere. Tutte.

Riguardo alla mia meta, darò maggiori spiegazioni a riguardo più avanti, e per ora dirò solo che andrò a vedere un festival che si tiene una volta ogni sei anni e che ha qualcosa a che fare con dei tronchi d'albero giganti.

Invece per quanto riguarda il breve termine, domani ho intenzione di tornare alla mostra di gachapon a Kichijoji, perché domani è l'ultimo giorno che la fanno e a me manca ancora una Fuchiko della serie rainbow, che sono quelle con il vestito e i capelli dello stesso colore e sono reperibili solo a questi eventi. Quindi domani vado a infilare soldi in una macchinetta finché non esce una Fuchiko gialla. Resoconto e foto a seguire.

martedì 9 febbraio 2016

Foto del giorno: 9 febbraio - flashback e sdolcinatezze

Fa così freddo che credo che passerò il resto della settimana dentro casa. O forse aspetto direttamente fino a primavera. Credo di avere provviste sufficienti per sopravvivere per un mesetto o due: vedi che i pacchi della mamma dall'Italia tornano utili.

Giornata strana oggi, piena di flashback. Mi sono messa a rileggere i vecchi post del blog e sono andata in trip. Oh quando ho iniziato a scrivere era il 2010 e io dovevo ancora andare in Giappone per la prima volta, vi rendete conto? Rileggere di tutte le menate, le conquiste, le sconfitte, le serate in scazzo e le crisi post-adolescenziali mi fa quasi sentire strana ad essere qui, a Tokyo. Io. Cioè alla fine ce l'ho fatta, sono qua. Che storia.

Ma a parte questo, mi sono chiesta se non sia il caso di dare uno scopo più preciso al blog, tipo nel 2012 quando facevo i post con gli obiettivi settimanali. E' stato il periodo in cui mi leggevate/commentavate di più...sarà stato perché allora raccontavo di più dei cazzi miei? Brutti pervertiti :D



In ogni caso, mi è piaciuto vedere com'è cambiato lo stile del blog. Prima raccontavo di una lotta: contro il tempo, contro i soldi e le difficoltà che mi separavano dal mio obiettivo, contro l'apatia di vivere nella valle; ora racconto semplicemente la vita di tutti i giorni, che però non mi annoia mai.

Quello che non cambia sono le ragioni per cui lo faccio: per scivere, mettere su "carta" i pensieri che mi vorticano in testa e lasciarmi dietro frammenti di me, che come ho fatto oggi, rileggerò a distanza di anni con un sorriso ebete. E poi per le foto, per avere una scusa per non essere pigra e scattarle e condividerle.

Mi piace pensare che se un giorno questo blog raggiungerà le centinaia o addirittura migliaia di lettori (eh la madonna) rimarrà quel piccolo gruppetto di lettori che era con me su queste pagine fin dall'inizio, a vedermi lottare e cambiare e scrivere cose senza senso in un italiano discutibile (molto discutibile). Tipo come le band che si costruiscono la cerchia di fan accaniti che li andava a vedere quando ancora suonavano nei centri sociali.

Piccolo Timmy, Nuvola Notturna, Jenny Demilo only to name a few. Il Noc e la Franci, Fab, Sus, Robi, tutti quelli che avendo conosciuto la parte diciassettenne di me possono leggere quello che scrivo più in profondità. Sanchan, che è uno dei motivi per cui ho cominciato a dedicarmi alla fotografia, e uno dei pochi che capiva la mia fissa per il Giappone. La Cugi, che è lì da sempre e come me col tempo è diventata più forte, forse più di me. Jack, con cui ho scambiato più parole in via telematica che dal vivo (se non contiamo i kiai), che è stato fonte di ispirazione e che spero, qualche volta, di aver ispirato anche io. Faith, con cui ho condiviso la voglia di andare via e tante birrette dopo karate, che ogni tanto mi dedica un pensiero, non importa in che continente sia. Kuroko, fedele lettrice che premia spesso i miei post con commenti che mi strappano un sorriso o una risata. E tutti gli altri che, assidui o meno, silenziosi o meno, ogni tanto passavano e passano di qua.

E niente, in realtà non so dove voglio andare a parare con tutto questo, forse è solo che mi sto rendendo conto di dove sono arrivata. O forse mi sto rendendo conto ora di tutto quello che ho fatto per arrivarci. O forse, volevo solo dirvi che ho apprezzato la vostra presenza. E spero che anche voi siate cresciuti, abbiate lottato e, che abbiate vinto o perso, ne siate usciti più forti. Io penso che sarò qui in giro ancora per un po', quindi: yoroshiku onegaishimasu.

Bon, ora vi saluto e vado a lavarmi dalla bocca questo sapore dolciastro.



Don’t change a goddamn thing, hold your head up high
When the hard times come, we have the strength to defy
Believe in yourself, let the arrow leave the bow
Honor is among us, honor is all we know

lunedì 8 febbraio 2016

Sky Tree: Armati di Bussola Verso la Torre di Tokyo

Oggi voglio portarvi con me alla scoperta della Sky Tree, la torre più alta di Tokyo che, tra l'altro, ho il privilegio di vedere ogni giorno dalla finestra del mio appartamento.

Come potete vedere, si trova tipo dall'altra parte della città rispetto a me. Anniluce di distanza.

Ogni giorno, guardando la Sky Tree dalla mia finestra pensavo: che cosa c'è tra me e lei? Nella distanza che ci separa, quante persone, templi, negozi, ristoranti, vite ci sono? Chissà quanto dista da qui?
E così è nata l'idea: partire dal mio appartamento e camminare in quella direzione finché non ci arrivo. Chissà, pensavo, quanti luoghi selvaggi e meravigliosi e sconosciuti potrei scoprire durante il cammino.
Così fu! Invocato il mio compagno di avventure ci prepariamo per l'impresa. Scarpe comode, zaino con snack e bevande, cerotti per le vesciche, calzini di ricambio e kit anti-zombi. Per non rovinarci la sorpresa, niente internet, niente Google Maps, non controlliamo la distanza né quanto tempo ci vorrà per arrivarci, né tanto meno l'itinerario.
Per rendere l'avventura più interessante e, appunto, avventurosa, tutto quello di cui ci serviremo è una bussola.

Bonus difficoltà: i punti cardinali sono scritti in giapponese
Pronti? Ora vi porterò con me nell'avventura avventurosa, e tra una foto e l'altra vedremo qualche curiosità a proposito della Sky Tree che ho raccolto per voi, così alla fine del post sarete anche un po' più colti e non vi sentirete in colpa per aver letto il mio blog invece di fare quello che dovevate fare.

La direzione è EST (東). Noi partiamo, ed ecco quello che secondo me c'è da sapere sulla Sky Tree.

È alta
634 metri, per l’esattezza. Il progetto iniziale ne prevedeva solo 610 ma a quanto pare questo numero era troppo banale e privo di significato. Così l’hanno cambiato in 634 che, grazie alla lettura dei kanji giapponesi si può leggere anche mu-sa-shi (六、三、四), che è il nome della regione che comprendeva la metropoli di Tokyo e parte delle prefetture di Saitama e Kanagawa.
Altre altezze prese in considerazione sono state 666 metri (il doppio dell'altezza della Tokyo Tower) e 628 metri (anno della fondazione del vicino tempio Sensoji).

"Strada chiusa in caso di terremoto". Sapevate che secondo una leggenda sotto il Giappone c'è un pesce gatto gigante che ogni tanto si muove e causa i terremoti?




















È prima e seconda


Al momento della stesura di questo manuscritto (computer-scritto?), cioè febbraio 2016, lo Sky Tree detiene il primato di torre più alta al mondo e seconda struttura artificiale più alta al modo dopo il Burj Khalifa di Dubai. Sembra che l'intento iniziale fosse stato quello di aggiudicarsi anche quest'ultimo primato, ma il Burj Khalifa li ha sorpresi rivelando la sua altezza (829 metri) solo all’ultimo. Alla faccia del distacco. E mi sa che quando l’hanno scoperto devono aver mandato a quel paese Musashi e anche tutta la preistoria giapponese :D

Arriviamo a Shiodome: dopo quasi due ore che camminiamo seguendo la bussola, finalmente la scorgiamo! Sembra che siamo giusti.

Ci serve per vedere la tivvù
Nonostante la Sky Tree sia famosa per ragioni turistiche (l’osservatorio, il centro commerciale, le foto), il motivo per cui è stata costruita è stato il bisogno di un'altra torre per telecomunicazioni quando si sono resi conto che la Tokyo Tower, coi suoi "miseri" 333 metri, non era più sufficiente a trasmettere segnali televisivi a tutta la città.

Verso le 10 di mattina ci concediamo una colazione dei campioni a base di sushi, birra e nihonshu.



















È cazzuta
Costruita in 4 anni, ha sopportato il terremoto del marzo 2011 senza battere ciglio quando era ancora in costruzione. È stata aperta al pubblico il 22 maggio 2012, con un ritardo di soli 2 mesi dovuto ad un rallentamento delle consegne delle materie prime.

2008-2011

Di tanto in tanto, la torre continua a mostrarsi
L’ironia della torre
Per accaparrarsi i primi biglietti la gente rimase in fila per una settimana. Il giorno dell'apertura  c'era una pioggia che impediva di vedere il panorama e un vento che ha costretto gli addetti a chiudere due ascensori.

Camminando ci imbattiamo nel quartiere di Ueno con le sue vie piene di...tutto.

Dato che siamo sulla buona strada ci fermiamo a brindare!




È sbrilluccicosa
La torre è illuminata da capo a piedi con luci LED. I colori principali sono due e si alternano ogni giorno:

Iki (粋): un azzurro “ispirato alle acque del fiume Sumida” che illumina il pilastro principale
Miyabi (雅): un viola, che in Giappone rappresenta eleganza e raffinatezza, che si intreccia ad una luce dorata in un effetto delicato e armonioso.

Lo sky tree però ha anche delle illuminazioni speciali, certe che si ripetono ogni anno come ad esempio le illuminazioni di Natale e capodanno, e certe che sono uniche: ad esempio è stata illuminata con il tricolore in seguito agli attacchi terroristici di Parigi del 13 Novembre.

Una delle illuminazioni speciali l'ho fotografata il mese scorso.

Giungiamo alla zona di Asakusa! La torre è ormai vicina...impossibile sbagliarsi.


Avrebbe potuto chiamarsi...
Per scegliere il nome è stato indetto un concorso pubblico. Tra i nomi che non ce l'hanno fatta ci sono: Tōkyō Sukaitsurī (東京 スカイ ツリー, Tokyo Sky Tree), Tōkyō Edo Tawa (东京 EDO タワー Tokyo Edo Tower), Raijingu Tawa (ライジング タワー Torre crescente), Mirai Tawa (みらい タワー Torre del futuro), Yumemi Yagura (ゆめみ やぐら Belvedere da sogno→dice wikipedia), Raijingu Īsuto Tawa (ライジング イースト タワー Torre del Sol Levante).

Siamo...

...arrivati...

...alla Sky Tree!
Ecco, missione compiuta! Solo che c'è un problema...
Non sono neanche le tre del pomeriggio. Eravamo convinti che ci sarebbe voluto tutto il giorno per arrivare qui e invece ci abbiamo messo poco più di tre ore (incluse le pause).
E allora che facciamo? Andiamo a far festa per le strade di Asakusa!

Per prima cosa una buona birretta in una bettolina dove si sta in piedi ad un tavolo di fuori mentre un tipo prepara degli yakitori fantastici. Raccontiamo della nostra avventura ad una coppia di locali e loro ci ascoltano, mezzi ammirati e mezzi divertiti.

Troviamo un negozietto con una vecchia signora che vende Nikuman al Sakura, con un Kappa stampato sopra: divino.

E per finire un buon nihonshu in un izakaya!

Spero  che l'avventura vi sia piaciuta. Voi avete mai fatto qualcosa del genere?
Fatemi sapere se vorreste leggere di qualcos'altro in particolare e come sempre, stay tuned!

Se vi è piaciuto questo articolo, vi raccomando anche:
Le avventure di Fuchiko #1: il Meiji Jingu
Le avventure di Fuchiko #2: Keiyaki Beer Festival
A day in Akabane
20 immagini del Setsubun a Tokyo

domenica 7 febbraio 2016

Foto del giorno - 7 febbraio

Questa settimana sono successe due cose che mi hanno fatta felice:

1. Mi è arrivata la lightbox che ho ordinato da Amazon
2. Mi è arrivata una Fuchiko super-rara che ho comprato da una giapponese a caso che la vendeva su Twitter

Combinando i due punti abbiamo le foto del giorno!


Questa Fuchiko adorabile oltre l'umanamente possibile è uscita a marzo dell'anno scorso e io me la sono persa. Fa parte di una mini-serie di tre pezzi con lei vestita da Topolino, Minnie e Paperino.
Ha anche le lentiggini. 

Le lentiggini.


Foto del giorno - 6 febbraio

Io non so come facciano con questo freddo, ma stanno cominciando a fiorire. E questo mi fa venire voglia di parchi e grigliate e birrette per la strada, ma invece no, fa freddo e io mi muovo come robocop, impacchettata come sono nella mia sciarpa e cappotto.

Avete presente la torta di castagne della foto di ieri? L'avevo fatta per degli amici che dovevano venire a trovarmi questo pomeriggio, solo che a quanto pare uno si è ammalato e non vengono più.

Qualcuno vuole torta?