mercoledì 8 gennaio 2014

Frammenti di Tokyo #1: Un Piede Nel Vuoto

Pensavo a un anno fa, e a come ero persa.

Non sapevo nulla di questo luogo. Tutto era nuovo, sconosciuto, eccitante. La prima volta che sono andata a Shinjuku mi sono persa. E anche la seconda. Leggevo le insegne e mi chiedevo se si trattasse di un ristorante, di un club o di un karaoke.

Non avevo nessun amico, nessun riferimento, solo una città traboccante di sconosciuti e un pezzo di plastica che mi permetteva di rimanerci.

Ogni passo era come mettere un piede nel vuoto. E c'era il vuoto dentro di me, dopo tutti quegli addii e birre dell'ultimo momento e canzoni ascoltate in macchina di notte con rabbiose lacrime agli occhi, e mail straripanti di discorsi che non avevo avuto il tempo di fare. Vuoto in attesa di essere riempito.
Lei camminava svelta davanti a me con le sue millemila borse, e ora chissà dov'è, dopo un anno, chissà chi era e qual è la sua storia. Il tempo di uno scatto, e persa.

Persa tra quelle luci che non avevano ancora senso.


Live up to Shinjuku

dammi una spinta e il limite dov'è
dammi una spinta e un limite se c'è

mercoledì 1 gennaio 2014

Se mi Chiedete Dove Sono Stata... Potrei Farvi la Stessa Domanda

Se facessi un post di scuse non sarebbe nel mio stile, e poi chi ci crede che in un anno intero non ho mai avuto tempo di aggiornare il blog.

Se facessi un post di spiegazioni sarebbe noioso e anche quei due lettori e mezzo che forse mi saranno rimasti probabilmente mi abbandonerebbero del tutto.

Se cominciassi da adesso forse non capireste niente, e sarebbe un peccato non raccontare le meraviglie vissute nella metropoli succhiaanime, anche perché nonostante non abbia pubblicato post ho sempre preso appunti, e quindi checcazzo.

Allora non mi resta che farvi vedere, e pubblicare un po' in ordine e un po' a random i pezzi di Tokyo che mi hanno portata fino a qui, rannicchiata sotto le coperte nel mio appartamento yakuza mentre la birra gela e lo stereo sputa assoli di chitarra.
Seguitemi ancora una volta, e vi porterò con me tra i grattacieli che luccicano come diamanti elettrici, attraverso i vicoletti fumosi e malfamati, e di stazione in stazione tra inchini e traballanti uomini in giacca e cravatta, recrutatori di hostess e gente che corre senza motivo. Vi racconterò delle mille insegne accecanti, dei salaryman, dei tanuki, delle vecchiette e dei ciclisti assassini, delle ragazze con gli occhi finti e dei modelli con le scarpe rotte, dei barboni ordinati, dei poliziotti inutili, degli uomini che passeggiano con la verdura, dell'ultimo treno e dell'alba sul cemento, dei travestiti che regalano fazzoletti e degli immigranti razzisti, degli uomini dei pachinko e di quelli delle sale giochi... della mia tanto agognata vita a Tokyo. Di cavoli e di re.

Ikitai ritorna.

... non vi eravate mica offesi, vero?