martedì 31 luglio 2012

Week 30: multifunzione&monouso

COMUNQUE LO SCORSO WEEKEND
No volevo solo precisare, casomai non si fosse capito, che sono andata tre giorni a Milano per il cazzo. Il Rock in Idrho è stato sospeso a causa di 20 minuti di pioggia e io che mi trovavo in linea d'aria a qualche decina di metri dai Rancid, dopo 8 anni di attesa non ho potuto vederli suonare. E guarda un po', non ero neanche l'unica ad essere un filino incazzata. Un weekend intero buttato via. La sola cosa buona che ho fatto è stata la mia seconda foto per il 100 strangers project (che avete guardato in 26 e commentato in 1 XD).



COMUNQUE QUESTO WEEKEND
... sarà da ricordare come uno dei miei weekend più schizofrenetici. Della serie venerdi sera finisco il lavoro faccio la doccia dipingo una maglietta per mio fratello col nome del suo gruppo schizzandomi di colore verde coprente ovunque mangio alle 10 parto per andare a vedere mio fratello che suona faccio foto torno a casa all'1.30 alle 2 mi addormento alle 2.50 suona la sveglia alle 3 parto per Venezia dalle 5.00 alle 6.15 allenamento di karate in riva al mare mentre sorge il sole (figata) alle 8.35 sono di nuovo a casa dormo alle 12.30 mi alzo mangio alle 4 vado a prendere kareshi poi passiamo a prendere cugina e tutti a Falcade per l'Agordino Rock dove suona -again- mio fratello faccio foto ripartiamo porto a casa tutti tra cervi e cuccioli di volpe arrivo a casa mia a nonsocheora mi butto sul letto e muoio per sempre.
Da tutto questo ho imparato che:
- sono una sorella maggiore modello
- sono una pessima organizzatrice di weekend
- i cuccioli di volpe non hanno paura delle macchine e sono bellissssssssssssimi
- dormire un'ora non serve a un cazzo



TI PREGO GRANDE DEMONE CELESTE, PORTALO VIA CON TE
Allora oggi al lavoro mi ha scritto su skype un collega. Mi ha scritto "c'èla fai a convertire i file entro questa sera?" C'éla, Capite. Io ho un animo troppo sensibile per queste cose. Ho provato a dare 77 testate al muro con il doppio scopo di espiare le sue colpe e rimuovere l'immagine dai miei occhi, ma è stato inutile. Qualcuno chiami un disinfestatore di retine per favore. Larry dove hai messo le pagine gialle brutto incapacebuonoanulla

OBIETTIVI
Ah sì. Dimenticavo di dirvi che il mio viaggio a Milano, la conseguente settimana di scazzo atomico e la mazzata finale con weekend schizofrenico mi sono costati qualcosa come 150 kanji lasciati indietro sulla tabella di marcia, con tanto di Anki che mi ha accolta al mio ritorno con un "487 carte da ripetere DOVE STRACAZZO SEI STATA SI PUO' SAPERE GUARDAMI NEGLI OCCHI QUANDO TI PARLO SIGNORINA!". Il Signor Kanji Poster per l'indignazione si è staccato da solo dal muro e l'ho dovuto andare a riprendere sulla circonvalla che faveva autostop in cerca di una più nobile dimora.
Per questo motivo ho deciso che il mese di agosto avrò l'unico obiettivo quadrisettimanale di finire i circa 600 kanji che mi restano da imparare con il metodo Heisig. E poi ci si diverte, perché finiti i kanji ci si può dedicare alle 10.000 frasi full time.

E ora indovinate chi va a leggersi Snoopy in giapponese.

venerdì 27 luglio 2012

100 strangers project: #2 - The Lucky One

100 strangers project: #2 - The Lucky One

20 luglio 2012

Sono seduta per terra su un binario della stazione di Padova, sorseggiando una birra da 90 centesimi disgustosamente calda quando lo vedo. Non lui, i suoi pantaloni in effetti. A circa un metro dalla mia faccia disgustata. Li guardo sovrappensiero e noto che quei jeans sbiaditi sono pieni zeppi di cuciture fatte a macchina, specialmente sul sedere. Alzo lo sguardo giusto in tempo per ricevere un sorriso appena accennato dal proprietario dei pantaloni, che continua a camminare e si ferma a pochi passi da me, guadagnandosi un posto nel club di quelli che stanno aspettando il treno. E' magro e carino, capelli lunghi legati, maglietta dell'Hard Rock cafe e sorridenti occhi azzurri. Quel tipo di faccia che non ci si annoia mai di guardare.

Ho sempre pensato che fosse facile per me parlare ad un estraneo e infatti sono già lì, o meglio la mia mente è lì, perché le mie gambe sono ancora ferme per terra.
"Oh, ANDIAMO" mi schernisco "mi stai dicendo che non ti fidi?!" E io che credevo di conoscermi.
Mi alzo in piedi, e sto stupidamente a tormentarmi in mezzo al binario mentre un ragazzino al cellulare stabilisce il record mondiale di utilizzo della parola "cioè" nell'arco di due minuti finché il mio io interiore si spazientisce e mi manda a calci in culo a chiedere al ragazzo se posso scattargli una foto. Lui accetta ancora prima che io gli spieghi che cos'è il 100 strangers project, sembra divertito. Si chiama Nicola. Lo faccio spostare sulla linea gialla per avere una luce migliore, e in  quel momento esatto parte l'annuncio "si prega di allontanarsi dalla linea gialla". Fisso sconcertata lo schermo della mia fotocamera e il perfetto, naturalissimo sorriso con cui ha posato. "Ma sei venuto benissimo!" quasi lo accuso. Lui è d'accordo. Decidiamo di continuare il viaggio insieme.

Divido con lui la mia seconda e meno schifosa birra, lui apprezza. Nicola porta solo un piccolo zaino, viene dalla provincia di Belluno e sta andando in Val d'Aosta. A trovare la sua ragazza. Giuro che non mi lamenterò mai più per i miei 15 minuti di macchina. E' un falegname e un musicista, suona la fisarmonica in un gruppo folk. Ha dei graffi sulle mani e sulle braccia e io provo a indovinare: "hai un gatto?" "no, è che faccio disgaggi". Come non detto.
Appena prima del nostro incontro, mi dice, ha vinto una discreta somma alle macchinette del bar della stazione giocando solo due euro. Stessa cosa qualche giorno prima, sembra che gli capiti spesso. Poi mi racconta di quella volta che è andato con il suo gruppo a fare una serenata ad una ragazza, e dopo la festa lui e i suoi amici si sono messi a suonare per strada e qualcuno, per scherzo, ha messo un cappello sul pavimento. Hanno guadagnato 400 euro. Durante la nostra conversazione mi accenna ad un incidente avuto sul lavoro dove gli è scoppiata una bottiglia di nonmiricordopiùcosa (soda caustica?) in faccia. Lo fisso, la sua pelle è perfettamente liscia. "Il dottore non riusciva a capire come diavolo ho fatto a ritornare normale". Sono allibita. Ma in fondo con un sorriso così, come fai a non essere fortunato?

Mi fa ridere. E' affascinato dalle mie calze a rete. Arrivati alla stazione ci beviamo un'altra birra mentre lui aspetta il suo treno per Torino e io la mia amica, e mi racconta una storia che mi fa sbregare dal ridere a proposito di lui che corre dietro ad una forma di formaggio che rotola giù dalle scale di una stazione dei treni.

E' costretto a salutarmi mentre siamo entrambi al telefono, gli regalo il mio miglior sorriso e lo guardo affrettarsi verso i binari, la bellezza austera della stazione di Milano sopra le nostre teste. Mando giù l'ultimo sorso di birra ed esco, aspettando di vedere dei riccioli biondi fra il casino di gente.

Grazie Nicola per aver partecipato al progetto!
Gli altri estranei

Cliccate qui per saperne di più sul 100 strangers project e vedere le stupende foto scattate dai fotografi di tutto il mondo.

lunedì 23 luglio 2012

Week 29: Speechless

Avrei scritto del ragazzo con cui ho condiviso il viaggio in treno, dopo avergli chiesto se potevo fotografarlo per il 100 strangers project.
Della stazione di Milano, del fatto che in fondo è davvero bella, almeno quanto quella della metro è brutta.
Dell'ostello introvabile, gestito da una tipa che parlava solo cinese, senza asciugamani, senza coperte, con l'orologio ma rotto, con il televisore ma senza adattatore per la presa, con l'aria condizionata ma rotta, con l'acqua della doccia fredda, ma a noi non importava.
Della pizza orrenda e dell'all-you-can-eat cinesegiapponesetailandesechurrasco.
Del bar sotto l'ostello che alle 9 era ancora chiuso perché il proprietario di nome Ciro non aveva sentito la sveglia, di lui che ci invitava a prendere cappuccino e cornetti sul retro mentre apriva, di come ho pensato "questa è una delle cose che mi mancheranno".
Di quanto è divertente ballare sotto la pioggia.

Ora sono solo delusa.
L'ultima cosa che avevo da fare qui.
Ora voglio solo andare via.


martedì 17 luglio 2012

Week 28: the last Carmenin.

Dalle mie parti si festeggia la madonna del Carmine.

Fin da quando ero piccola, la domenica dei Carmeni mi svegliavo al suono festoso delle campane e tutta eccitata aspettavo che i miei genitori mi portassero al tradizionale mercato in paese per comprarmi qualche gioco. E i dolci, naturalmente. Queli plasticosi, gelatinosi e pieni di coloranti tipici delle fiere: coche-cole, vermicelli, ciucci e via dicendo. Poi c'è la banda che suona, e la processione con i coscritti (mediamente ubriachi) che portano la madonna. La mattina, dopo un giro al mercato c'è l'aperitivo al bar, dove noterete, la maggior parte dei giovani indossa una camicia. Quella è la Camicia dei Carmeni. La camicia buona che la mamma non ti fa mettere perché, dice, "questa ti la ceni par i Carmeni". E stai attento a non spanderci sopra lo spritz o la birra, se no poi chi la sente.
Ma la vera festa viene il giorno dopo. Sì perché solo qualcuno del mio paese poteva pensare di organizzare la più grande, impegnativa e distruttiva festa dell'anno, di lunedi. Il leggendario Carmenin.
La mattina si parte con il giro delle bocce, e io mi ricordo che da piccoli si stava sempre alla larga da quegli adulti chiassosi che giocavano a bocce per le viuzze del paese, bevendo e giocando, alternando momenti di religiosa concentrazione a esultanze e canti popolari. Gli stessi canti che poi avrebbero continuato al bar, finito il giro.
Quando arriva la sera il paese comincia a riempirsi, tutti riuniti nel centro storico fatto di viuzze e case di pietra, tutto tirato a festa. Non si trova più parcheggio da nessuna parte e le macchine sono parcheggiate nei prati. Via di polenta e luganeghe come se non ci fosse un domani, birra a fiumi, musica da sagra, frittelle e dolci tipici, gente festosa... finché non arriva il momento clue: la corsa dei musàti (asini). Ogni concorrente rappresenta un paese della valle e ad ogni asino viene dato il nome del sindaco. Tre giri del paese determineranno l'asino/sindaco/paese vincitore! Ognuno cerca il posto migliore da cui vedere la corsa. Sfilata di banda e coscritti e mascotte dei paesi e gli asini sono pronti a partire. E quando comincia è il delirio, essendo gli asini fra gli animali meno indicati per fare una gara... alcuni s'impuntano dopo pochi passi, alcuni non partono nemmeno, i fantini disperati. Alcuni partono e poi tornano indietro, e la gente da dietro le transenne cerca di persuaderli. Il vincitore è l'eroe della serata, ma che dico, dell'anno. Poco dopo la fine della corsa si torna a far festa e a ballare. Fuori dai bar è tutto un "ciao vecio!", "ciao classe!", "bevitu na bira?" "Elo chi che ha vinto?". Qualcuno finisce sempre buttato nella fontana (gelida, visto che l'acqua scende dai ghiacciai), molti cellulari sono stati vittime di questa pratica. Altri vengono ritrovati la mattina dopo addormentati su una panchina, altri sopravvivono e si infiltrano al panificio per far colazione con il primo pane della giornata, appena fatto, alle 5 del mattino.

DAY 199

E questo in teoria era, per ora, il mio ultimo Carmenin. Festa moderata, non ho visto la corsa (tanto non abbiamo vinto, pfui) ma mi è piaciuto. Mi piace sempre.

Se avete avuto l'occasione di venire e partecipare alla festa, sono sicura che è piaciuto anche a voi. E forse dopo aver letto questo post avete capito perché domenica mattina quasi tutti i ragazzi avevano la camicia. O perché lunedi sera nessuno aveva il cellulare in tasca. O perché al mercato, la bancarella che ha fatto più affari era quella degli occhiali da sole. Con lenti grandi e spesse e a specchio.

Ooh. Scusate ma avevo voglia di scrivere del Carmenin. Non so, sarà il campanilismo represso che ogni tanto riaffiora... :P
Per il resto, questa settimana ho lavorato sul mio obiettivo e ho cercato una fuckin' scuola di giapponese, trovandola (in realtà ne ho trovate due: una è il piano B): la scuola si chiama Akamonkai, e sono quasi quasi convinta di iscrivermi lì. Ho mandato una mail a quelli di Go! Go! Nihon, un'organizzazione fichissima fondata da un italiano e uno svedese che si occupa di aiutare le persone che vogliono andare a vivere e studiare in Giappone, aggratis. Ti aiutano a sbrigare le pratiche per il visto e per l'iscrizione alla scuola, rispondono a tutte le tue domande e ti danno perfino una mano a trovare alloggio. Leggendo il loro sito e i commenti di gente che ha usufruito dei loro servizi sono rimasta positivamente colpita, vedremo se sapranno fare lo stesso anche per me. Sono fiduciosa.

Questa settimana, vi dirò che non saprei proprio che obiettivi darmi. Da venerdi a domenica sarò a Milano per il Rock in Idrho e più che "non morire nel pogo"... bah. E allora vabbè, per questa settimana non diamoci obiettivi, che vuoi che sia, tanto non muore nessuno. No??
Cercherò comunque di non morire nel pogo, così potrò tornare e scrivere un post meno monotono di questo.

Cavolo, volevo raccontarvi di una cosa che ho scoperto - da aggiungere alla serie "il giappone non mi vuole" ma ho già scritto troppo. Facciamo che ve la racconto con calma la prossima volta. Larry, scrivilo nella mia agenda. Cosa diavolo vuol dire che non abbiamo un'agenda Larry?

Ah, e finalmente mi sono decisa a farmi visitare da una fisioterapista (dopo 4 anni di karate avevo le ginocchia e i piedi un po' incriccati) e ora sto molto meglio. Soprattutto, ho soperto perché le mie ginocchia fanno "croc" ogni volta che le piego (vero, Sanchan?). Normalmente non vi racconterei questo, ma il fatto è che dopo la prima seduta mi sono ritrovata con delle fasce fosforescenti sul polpaccio (quelle che avevano anche Balotelli e Buffon agli europei) e insomma mi conoscete. Sapete che mi eccito per poco. Se mi appiccicano una cosa azzurra e rosa su una gamba, vado fuori di testa. Come minimo devo fotografarla ;)



- Colei Che Trae Ispirazione Dalle Minchiate -

Io quasi quasi me ne compro una scatola e ci vado sempre, in giro così. 
Ci vediamo fra una settimana, quando - si spera - avrò ottenuto una risposta da GoGoNihon e dei lividi dal pogo dei Rancid.

martedì 10 luglio 2012

Week 27: Pull Yourself Together, Sally.


Indovina a chi penso quando non riesco più ad andare avanti
Indovina di chi è lo sguardo fiero che mi viene in mente.



E niente questa settimana è successa una cosa che ha lievemente sconvolto la mia vita i miei piani e il mio sistema nervoso. Niente di che.

Avete presente quando succedono nei film, queste cose? Solitamente ci sono cinque fasi principali in cui la protagonista affronta il dramma.
La prima, detta anche fase della beata ignoranza, vede la protagonista trotterellare in giro spensierata come la capretta di Heidi sui monti che fanno ciao, ancora totalmente ignara della catastrofe appena avvenuta. Tutti sanno, solo lei non se n'è ancora accorta. Durata della fase: da due giorni a un paio di settimane.
La seconda fase, dalle mie parti chiamata "descantabaùchi*" è la fase di shock, dove solitamente lei viene bruscamente a sapere tutto, rigorosamente nel peggiore possibile dei modi (trova lui a letto con un'altra, va a casa della sua amica e la trova morta ammazzata, fa shopping da intimissimi e le dicono che la sua VISA è scaduta, ecc); in questa fase di solito si incazza, o va fuori di testa, o entrambi. Durata: mezz'oretta o un'ora massimo. Due se fa la sfuriata al fidanzato.
Terza fase: la morte dentro. Luuuuunga parte del film dove lei non fa altro che disperarsi, non reagisce, se ne sta tutto il giorno a letto a piangere o a mangiare gelato davanti alla TV e in generale non ha la forza di fare un cazzo per migliorare la sua situazione. Durata: dal mese e mezzo ai dieci anni, fino alla reincarnazione nei film più mistici.
Quarta fase: ripigliamento. Questa fase di solito necessita di un amico/conoscente/barbone trovato per strada che dia una bella strigliata alla protagonista convincendola a reagire con frasi ad effetto quali "you gotta pull yourself together, Sally!" "lui non tornerà indietro..." "tua madre non avrebbe voluto vederti così" "dai, te la presto io la carta di credito". Durata: un paio d'ore, in base alla lunghezza della predica dell'amico.
Fase finale: Sally spacca il mondo. E qui finalmente Sally reagirà, alzerà quel suo ormai floscio sedere dal divano e risolverà a testa alta tutti i problemi che la attanagliavano con tanto di amore ritrovato, lavoro riconquistato, vincita al superenalotto e a volte pure i morti che tornano dall'aldilà. Durata: una settimana (qualche mese nel caso lei si vendichi di qualcuno preparando un piano d'azione dettagliato).
THE END.

Lunedi mi sono arrivate le mail di risposta da tutte le scuole a cui avevo scritto. Avete presente la settimana scorsa, in cui mi ero cimentata nella sublime arte di scrittura di e-mail in giapponese, e avevo chiesto delle informazioni alle scuole di fotografia? Ecco, praticamente il giorno dopo mi avevano già risposto.
Fase uno. Tutta eccitata apro le mail una dopo l'altra leggiucchiando distrattamente, troppo contenta della mia impresa riuscita per prestare attenzione al contenuto. 3 minuti e 45 secondi.
Fase due. La mia attenzione viene improvvisamente attirata da un "dekimasen" (non si può fare) alla fine di una frase. All'interno della stessa frase appaiono anche le parole "corso serale" e "visto studentesco". Il mio cuore si riempie di blocchi di ghisa e mi cade su un piede. 39 dolorosi secondi.
Fase tre. Non appena anche il mio cervello si rende conto che dopo tutto quello che ho fatto, tutte le decisioni prese, la ricerca delle scuole e i soldi spesi in libri per il JPLT mi è sfuggito il semplice dettaglio che non posso ottenere un visto studentesco per una scuola serale, crollo. Nel giro di un minuto e mezzo mi viene una crisi isterica, una crisi di pianto, una crisi di mezz'età e un attacco di bestemmiosi che provoca una violenta grandinata di santi e madonne.
Fase quattro. Una vocina comincia a rimettere ordine nella mia testa. "no, NO. Aspetta un momento Sall... cioè, volevo dire, aspetta Stila. Ragiona. Pensa, prima di disperarti. Non abbatterti, fatti valere ecc ecc". 59 secondi.
Fase cinque. Prendo in mano la penna con una determinazione con cui mai avrei pensato di poter prendere in mano una penna, e febbrilmente comincio a buttare giù una lista di possibili piani B con relativi pro e contro, calcolo delle probabilità di riuscita e stima intervallare stocastica; intanto con l'altra mano costruisco un plastico di Tokyo in scala 1: millemilamiliardi per avere meglio sotto controllo la situazione. 6 minuti e 34 secondi.
TO BE CONTINUED.

Tutta questa sceneggiata per trovare un modo carino di dirvi che la mia settimana è cominciata di merda.

Non ho voglia di aggiungere molto altro, se non che dopo alcune fasi infrasettimanali quali menefreghismo, apatia, fastidio, sensazione di impotenza, indecisione e danni cerebrali permanenti, adesso sto cercando una scuola di giapponese a Tokyo. (per ora) non frequenterò più una scuola di fotografia. Continuerò a studiare giapponese come se non ci fosse un domani? Ovvio che sì.

Quindi immagino avrete capito qual è l'obbiettivo per questa settimana: scegliere una scuola (suggerimenti e consigli altamente apprezzati).

Fra due settimane vado al concerto dei Rancid. Voglio essere orgogliosa e trionfante quando canterò le canzoni che mi hanno salvata tutte quelle volte.

Don't worry about me, I'm gonna make it alright
Got my enemies crossed out in my sight
I take a bad situation gonna make it right
In the shadows of darknes I stand in the light.

If I fall back down, you're gonna help me back up again.


*descantabaùchi: avete presente quelle volte in cui siete così assorti in qualcosa da non notare lo spigolo della porta che vi sbatte inesorabilmente sul mignolo del piede? Quello, ad esempio, è un descantabauchi.

domenica 1 luglio 2012

Week 26: Missione Keigo, Podcast Apocalypse, di Cavoli e di Re

Buonasera a tutti voi che in questo momento avete gli occhi incollati al televisore e state bestemmiando perché l'Italia perde 2-0.
[Mia Madre dice che è colpa di Monti che sta portando sfiga. Avete visto che non ha neanche cantato l'inno nazionale? BUUUUUH.]

Questa settimana ho un po' di cose da raccontarvi, quindi procediamo subito e illustriamovi gli obiettivi della settimana!

Come saprà chi ha letto il post precedente, la grande sfida che mi ero prefissata la settimana scorsa, con tanto di fascia kamikaze e urli di guerra, era scrivere delle mail in giapponese alle scuole di fotografia a cui sono interessata per chiedere informazioni. Ora, ai non esperti potrà sembrare una cosa da poco ma dovete sapere che in giapponese non basta dare del lei e buttare un "distinti saluti" alla fine per essere formali. Il giapponese formale (il famigerato Keigo) si potrebbe quasi definire una lingua a sé stante, con il suo cambio di verbi, coniugazioni, e le sue frasi preimpostate. In poche parole questo vuol dire che io mi trovavo abbastanza spaesata e non sapevo bene da dove cominciare.
Ovviamente in questi casi il punto di partenza non può essere altri che il buon vecchio gugolo (hahaha sembra un nano di Biancaneve... ok mi sto facendo ridere da sola), così armata di tastiera mi sono lanciata nella ricerca di qualche tutorial in giro per la rete dal quale trarre ispirazione per sceivere questa cavolo di email. Ora. Come ho detto, io ero in cerca di un un tutorial. Di una spiegazione. Volendo proprio esagerare, di un sito internet dedicato. Ma non mi sarei mai aspettata che esistesse un libro di 140 pagine interamente dedicato alla scrittura delle e-mail in giapponese. Sì sì avete letto bene, 140 pagine! Robe da pazzi. Tutto scannerizzato e comodamente consultabile qui. Ah, e per la cronaca, prima del libro avevo trovato anche i tutorial e il sito internet, giusto per non farmi mancare nulla. E insomma ridendo e scherzando ho buttato giù questa mail, ho pubblicato la bozza su lang-8 e qui devo dire che gli utenti si sono davvero superati, mi hanno corretto tutto con tanto di spiegazioni dei miei errori, frasi d'esempio e perfino suggerimenti sulle espressioni alternative che potevo usare. Mi sa che questa è la volta buona che divento utente premium.
Morale della storia, ora sto aspettando una risposta dalle scuole a cui ho mandato la mail ^_^ to be continued!

Riguardo al podcast apocalypse, devo dire che è stata proprio una bella idea e penso che continuerò a farlo anche con altri podcast.
A proposito di podcast, questa la dovete sentire: ho trovato un podcast sulla birra!! E' un tipo che assaggia e commenta vari tipi di birre ed è diventato il mio nuovo podcast preferito. Ho riso mezz'ora ad ascoltare gli atti che faceva mentre assaggiava una barley wine...

Questa settimana ho deciso di non pormi obiettivi, o meglio di cercare di concentrarmi solo sullo studio dei kanji che devo finire al più presto, e sull'immersione nella lingua. Il Signor Kanji Poster avrà tutte le mie attenzioni.

[UPDATE: 4 a 0... per fortuna che il calcio non mi interessa, altrimenti a quest'ora mi girerebbero abbastanza le palle. Beh, almeno è andata bene a tutti quegli italiani che domani mattina dovranno sostenere un esame di spagnolo ;)]

E ora parliamo dell'header del mio blog!
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato al sondaggino. Il risultato è interessante: avrebbe vinto l'immagine numero due, ma quasi tutte le votazioni a favore avevano delle riserve - "la cornice fa un po' a pugni con la foto", "la foto starebbe meglio in bianco e nero" ecc. quindi alla fine ho deciso di optare per la prima foto e magari provare a rielaborare la seconda e vedere se riesco a migliorarla. Spero che ora il blog sia più gradevole ai vostri nobili e onorevoli occhi (scusate, ho il giapponese formale che mi gira ancora per il cervello).

A proposito di blog, l'altro giorno stavo sistemando le immagini in alcuni vecchi post e ho finito per  farmi dei mega-flashback rileggendo cose scritte anni fa, quando ero su splinder e quasi nessuno mi cagava. Ho pensato di linkare qui sotto alcuni post a cui sono particolarmente affezionata, in caso aveste voglia di sprecare alcuni minuti della vostra vita in futili letture:

Sorridi, sei altrove. Il primo post del blog!
Le voci nella mia testa I miei deliri di quando provavo a studiare il giapponese usando solo libri - pessima scelta. In questo post ero vittima di torture psicologiche da parte del mio materiale di studio.
Ho de far le valigie. Scritto a -3 giorni dalla mia partenza per il Giappone, quando avevo appena scoperto in che casa sarei andata a finire. Stavo un attimo andando fuori di testa...
Un mondo surreale di "sumimasen" e "arigatou gozaimasu" L'onirico post sul mio arrivo in Giappone e il mio primo giorno, tra jet lag, 30 ore di sonno arretrato e allucinazioni.
Ohayou Gozaimasu avventure notturne nella metropoli.
E tu? Qual è la cosa per cui preghi ogni giorno? Credo sia il post a cui sono più affezionata. Scritto durante una delle mie prime crisi nostalgiche per Tokyo.

Enjoy!

Concludo dicendo che per la prima volta da quando sono su blogger ho controllato le chiavi di ricerca utilizzate nelle statistiche del blog, e ho scoperto che due persone sono finite su questo blog digitando "kanji poster": questo è per me un grande onore. Inoltre altri due sono arrivati qui cercando "neve e freddo" (e mi sa che sono finiti nel posto giusto!), un tizio è arrivato cercando "bad timing come si traduce" (si traduce "dovevi pensarci prima a studiare l'inglese") e infine il mio preferito, che per qualche ragione stava cercando "snoopy Berlino" ed è capitato su questo blog. :D


E allora ci vediamo CCCAMPIONI D'EUROP- ...ah no.