domenica 25 marzo 2012

Week 12: chiisai koto

Salve miei drughi,

dopo il mini-viaggione della settimana scorsa, questa settimana è stata tranquilla e piena di piccole cose che per la maggior parte mi hanno fatto sorridere.

Sto preparando un po' post fotografici, sto studiando, questa settimana mi sono arrivati i dvd di Harry Potter in giapponese, ho venduto dei manga, mi sono messa lo smalto verde fosforescente, ho mangiato un ragù buonissimo e, soprattutto, una delle mie foto di flickr è finita su Explore. Non sono contenta no, non lo sto dicendo a tutti e non l'ho linkata su tutti i siti possibili. Ahem.

Quindi per questa settimana è tutto, restituisco la linea allo studio e vi lascio con il mio nuovo piccolo amico.

A week of little things

[Alzi la mano chi adora il 50mm F1.8, yeeeeaaaaahhhhhhh]

venerdì 23 marzo 2012

100 strangers project: #1 - Kindness and a Cappuccino

100 strangers project: #1 - Massimo


16 marzo 2012

Massimo lavora in un bar a L'Aquila.

Non so praticamente niente di lui, perché ero talmente presa dal fatto che questa era la mia prima foto che non gli ho chiesto niente; in più, appena ho iniziato a scattare sono entrati dei clienti, quindi ho cercato di fare in fretta per lasciarlo lavorare.

Il bar dove lavora è molto carino, con una sala da tè dove io e i miei amici ci rilassavamo dopo aver passato la mattinata a fotografare la zona rossa della città. Tipico bar italiano, con cornetti e cappuccino e dolcetti e il 90% dei clienti che conosce il barista per nome. Se non sbaglio si trova all'inizio della strada che porta in piazza duomo. E' uno dei pochi bar aperti nel centro storico.

Massimo mi ricorda la gentilezza degli abitanti della sua città, e i sorrisi che ho trovato ovunque. Quando gliel'ho detto lui ha risposto che in realtà gli aquilani sono persone schive e riservate... una cosa che forse necessita di più di due giorni per essere notata.

Abbiamo chiacchierato e gli ho spiegato cosa stavamo facendo a L'Aquila, lui mi ha raccontato di com'era prima del terremoto: "qua si conoscevano tutti... se io volevo vederti andavo in piazza duomo e chiedevo di te. Ora è tutto deserto, da tanto tempo è così".

Quando gli ho chiesto se potevo fotografarlo spiegandogli del progetto lui ha subito accettato, aggiungendo "te la rompo però.." riferendosi alla fotocamera. Chissà quante altre volte sentirò questa battuta durante il progetto!
Mentre gli scattavo le foto i suoi colleghi ridevano prendendolo in giro, ma lui è stato così gentile da rimanere in posa per me, forse un po' imbarazzato...

Grazie Massimo per aver partecipato al progetto come Estraneo n.1!

Cliccate qui per saperne di più sul 100 strangers project e vedere le stupende foto scattate dai fotografi di tutto il mondo.

Week 11: peta che te conte



Ed eccomi qui, un po' in ritardo, a svelarvi le mete del mio mini viaggio fotografico della settimana scorsa. Tempo e pigrizia permettendo, prima o poi arriverà anche qualche post dettagliato con le foto.


Partenza mercoledi ore 17.00 circa, dopo il lavoro, ovviamente in ritardo. Siamo io e i miei due zaini: quello fotografico e quello da backpacker. Per fare i 60 km da casa mia alla stazione ci sono volute 11 canzoni dei Rancid. Per chi non è esperto, vuol dire che ho corso come una disperata perché le canzoni dei Rancid non durano un cazzo.

Come sempre, appena metto piede sul binario arriva il mio treno, neanche avesse aspettato proprio me. Sorrido serafica a quelli che lo stavano aspettando da 20 minuti e vado a occupare i miei quattro sedili. Destinazione Verona.

Nella stazione di Verona mi mangio le mani per aver perso l'occasione di provare il mio nuovo 50mm (arrivato dopo 4 mesi che l'avevo ordinato, ahem) con due meravigliosi soggetti che si aggiravano tra i binari: prima una rockettara annoiata e sbuffante con un chiodo consumato che aspettava qualcuno, e poi un signore di colore di mezza età con un appariscente completo color giallo/ocra pieno di disegni, una cosa come questa per intenderci. Maledetta me.

Poco dopo viene a prendermi Sanchan e passiamo a casa sua un secondo a caricare i suoi zaini prima di partire per incontrarci col FotografoDiPaesaggi. Siamo in ritardo sulla tabella di marcia, lui ci manda un messaggio che dice "finisco di preparare lo zaino, mi faccio un tè e parto". Le nostre facce: -_-' -_-'
Ora di partenza stimata: 21.00
Ora effettiva: 23.00
Tutto Bene.

Fendiamo la notte facendo slalom tra i camion sull'autostrada semideserta, scendiamo.
Sosta in autogrill attorno alle 3, per una specie di colazione notturna con caffè e cornetti appena fatti: il cibo degli dei.
Scendiamo ancora.
Fra un abbiocco del  FotografoDiPaesaggi  e un insulto alla signora del navigatore arriviamo, e sappiamo di essere arrivati quando ci troviamo di fronte una strada chiusa da una transenna. Guardiamo increduli le case che ci circondano: oh sì, siamo proprio arrivati.
Andiamo a cercare un posto dove aspettare le 8 di mattina.
Una volta sistemati, tiriamo fuori i sacchi a pelo e senza tanti complimenti cadiamo morti sui sedili, comodi come il tacco 12 per fare jogging, che gentilmente danno un'ulteriore mazzata alle nostre stanche membra. In questo stato di dormiveglia/oblio passiamo la bellezza di tre ore.

Sono le otto di mattina, con gli occhi gonfi e la visuale di un ubriaco decido di uscire dalla macchina, riacquistando dolorosamente l'uso delle gambe. L'aria è fresca ma c'è il sole, e quello che ieri era il parcheggio di un ospedale semideserto oggi è ancora il parcheggio di un ospedale, ma brulica di macchine che cercano invano di infilarsi in qualche buco. I miei compagni di viaggio escono assonnati con delle facce non molto migliori della mia. Buongiorno.

Siamo a L'Aquila. Abbiamo il permesso per visitare la zona rossa.

Red Zone explorers

Ed ecco svelata la prima tappa del viaggio: ho passato due giorni a girare per le rovine della vittima del terremoto del 2009.

Seconda tappa, la Toscana. Della serie, vuoi che nel tornare non ci fermiamo un paio di giorni nella val d'Orcia?
Qui abbiamo accumulato altre ore di sonno alzandoci alle 4 di mattina in stile badilata sui denti, per andare a fotografare l'alba.

Ulivi e silhouettes

Abbiamo passato una giornata intera fra le colline e i cipressi e i casali nella zona di Chianciano/Pienza/Paradiso Terrestre... da quelle parti lì insomma.

Give some room to my thoughts [Explored]

Per ultimo, ci siamo trasferiti nella provincia di Firenze per dare un colpo di grazia al nostro sonno e alle nostre fotocamere. Reggello, castello di Sanmezzano.

NON PLUS ULTRA

L'Urbex più incredibile che io abbia mai fatto. Voi non avete idea di cosa giace abbandonato lì dentro. 

Stay tuned.

mercoledì 14 marzo 2012

Week 10: non c'è sempre un motivo


Dio, Buddha... indiani d'america, chiunque sia stato che domenica mattina mi ha inviato questo messaggio... ahem non l'ho capito bene. Non è che potreste mandarmi un sms?

A message in the sky..?


La mia solita linguaccia.

Della serie, il giorno dopo che ho scritto Week 9 ha nevicato. Grazie Dolomiti, lo so che mi odiate, non dovevate disturbarvi a ricordarmelo.

Bene, visto che questa settimana mi sono presa tardi con il post e non ho voglia e sono stanca e prof il cane mi ha mangiato il compito, ho pensato di dividere il contenuto in punti, come fanno quelli che non hanno cazzi di articolare un discorso.

1. Per la prima volta dopo lunghi mesi, ho ricominciato a sognare in giapponese. "Bella lì", direbbe J-Ax. Il sogno non lo ricordo bene, ma so che c'eravamo io, la tipa francese che ho conosciuto a Dublino e un polacco che era mio compagno di corso a Tokyo; eravamo a casa di mia nonna e loro sapevano parlare benissimo il giapponese mentre io facevo una fatica bestia a mettere assieme una frase, però capivo tutto quello che dicevano. Mah. Chissà cosa avevo mangiato quella sera a cena... comunque, il prossimo passo sarà sognare qualcuno effettivamente giapponese e non europei a caso che oltretutto mi fanno venire i complessi di inferiorità.

2. Possiedo uno zaino fotografico! L'ho ordinato giovedi su Amazon.it e venerdi mattina era già tra le mie braccia. Cioè vi rendete conto che figata? Io ho aggiunto 6 euro al mio ordine, e per quei 6 euro un aereo è partito dal Galles giovedi a mezzanotte con il mio zaino, poi qualcun'altro l'ha preso e l'ha portato a Trento, e infine è arrivato a me. Dal Galles. Con 6 euro.
Se dovesse esistere la reincarnazione, voglio rinascere pacco postale.

Angolino nerd: ho comprato uno zaino della Vanguard, l'Up-rise 45 che secondo me è una figata assoluta perché la cerniera di apertura è sullo schienale (cosìnonmirubbano), e c'è una tasca di accesso rapido alla fotocamera. Fine angolino nerd.

3. Il prossimo fine settimana (cioè questo, visto che oggi è già mercoledi) sarò in giro per l'Italia con due amici a fare foto. Non anticipo niente, solo qualche parola chiave: Abruzzo. Toscana. Permessi speciali. Abbandono. Albe. Tramonti. Notti insonni. E un buon vecchio Stay Tuned.

Dato il punto 3, rimando alla Week 12 l'appuntamento con:
- chi voleva la birretta dopo karate e non l'ha avuta (prossima settimana offro io!)
- chi venerdi o sabato mi chiederà di uscire
- chi sta aspettando che gli mandi un certo filmato sui cessi della stazione di Budapest via mail
- chi questo weekend sarà sexy senza di me
- Heisig e le storielle che devo ancora inventare
- le bombe, i pensieri e le pippe mentali

Ho dimenticato qualcino? Non offendetevi, io ho sempre dimenticato qualcuno. A volte quel qualcuno sono io, quindi figuratevi.

Concludendo:
Questa settimana ho avuto la conferma che non sempre le cose che succedono lo fanno per una ragione. La domanda è: bisogna cercarla? Bisogna chiedersi "perché" una volta ogni tanto? Non so. Io di solito, come qualcuno, preferisco chiedermi "perché no".
Se un giorno fai un sogno in cui parli giapponese con un polacco, se una mattina ricevi per posta il 50mm che avevi ordinato 4 mesi fa, se capiti con una certa persona in un certo posto in cui non avresti mai pensato di capitare, se alzi la testa e vedi degli asini che volano, tienilo a mente.
Non c'è sempre un motivo.

There's Not Always a Reason

lunedì 5 marzo 2012

Week 9: mah, sarà il cambio di staggione...

La primavera è nell'aria.

Che cosa banale da dire. Epperò è vero. L'altra sera sono uscita fuori, e l'ho sentito, c'era.
Odore di cose vive.
Avere l'inverno significa anche questo: dimenticarsi che il mondo vive, che le cose si muovono. Il freddo non ha odore, la neve è neutra. Tutto l'inverno è neutro. Statico. Morto.

Ci si dimentica che c'era un tempo in cui non ci si doveva infagottare in giacconi e sciarpe, in cui la mattina presto la luce entrava dalle finestre, in cui si poteva dormire con la finestra aperta sotto leggere lenzuola fresche.

E ogni volta mi prende alla sprovvista, questa cosa. Esco e BAM, c'è il sole, a mezzogiorno? E, aspetta un attimo... mi scalda! Tipo che non ho freddo, tipo che che per la prima volta dopo mesi non ho una fottuta nuvoletta di vapore che mi esce dalla bocca, ma dai e chi se lo ricordava che il sole è caldo? Butto un occhio a lato della strada, la neve è sparita e ci sono delle chiazze viola... erica - hey, è erica quella - "SIGNORE E SIGNORI, E' CRESCIUTA L'ERICAAAAAA" esistono i fiori l'erba gli alberi, la vita ha un senso
E scopro di avere di nuovo un collo perchè oggi per la prima volta non porto la sciarpa, we ciao collo, ben tornato! E arrivano flashback di bibite ghiacciate e gambe nude, minigonne e capelli che solleticano la schiena, braccia scottate dal sole, vestiti leggeri, birrette nei tavolini fuori dai bar, e questo è proprio il profumo di qualcosa che sta ricominciando, come ho fatto a dimenticarlo?

Mmmm bello, proprio bello.

Sì.

Dunque dicevo: oggi piove e io ho preso la tosse.


Ma non importa. In fondo è stata una bella settimana. Strana forse, piena, molto; giapponese, sicuramente.
Dai che vado a dormire. Spero che la vostra settimana sia stata fantastica come un cappuccino con le paste, sorprendente come la prima giornata di sole dopo l'inverno e piena di quelle piccole cose che rendono una giornata speciale, forse inutili ma sempre bene accette... come i campioncini gratuiti del negozio di profumi.

We're back...

Ah dimenticavo, ho una comunicazione da fare:

Alla ragazza che è passata prima di me nel negozio di trucchi del Tulipano di Feltre, e che ha pacificamente provato un ombretto viola che NON portava la scritta "tester" ficcandoci dentro il suo bel ditino e poi rimettendo tutto al suo posto come se niente fosse cosicché potessi arrivare io e comprarlo, vorrei dire solo una cosa.

Possiedo le tue impronte digitali. Non puoi nasconderti per sempre.