martedì 11 gennaio 2011

02.01.2011

Le inglesi avevano effettivamente dei gusti di merda.

In compenso ho fatto amicizia col cameriere biondino, che si chiama Sean e viene dalla California. Ci ha già provato con me ma ho pensato "eh no, io con la California ho chiuso, una volta mi fregate poi basta".
Inoltre, un plauso per me che ho parlato per quasi un'ora in francese con una coppia di turisti della Bretagne. Il risultato? Mi hanno dato il loro biglietto da visita e se mai andrò a trovarli avrò a disposizione nientemeno che un bell'appartamento sul mare tutto per me. Merci beaucoup!
Quando Sean ha staccato siamo andati in un altro pub con due tipi di Roma (uccidetemiiiiii) dove c'erano tre ragazzi che si erano messi a suonare musica irlandese in jam session. Il pub era troppo figo, perché era all'interno di un ostello e se chiedevi al proprietario a che ora chiudeva lui ti rispondeva "tu a che ora vuoi andare a casa?"


Inutile dire che questa mattina la colazione è andata a farsi fottere e che non sono uscita dall'ostello prima di mezzogiorno. Le inglesi che sono partite stamattina mi hanno lasciato in eredità due bottiglie di vino vuote, una bomboletta di lacca spray piena, una bottiglia d'acqua e vari rasoi usati, che continuo a trovare in giro per la camera.
Alle 2 meno 10 in punto o circa mi trovo di fronte alla statua di Oscar Wilde in Merrion Square, con un pezzo di cartone in mano e in attesa di un gruppo di perfetti sconosciuti. E' tempo di FREE HUGS meeting.
Il team è composto da me, un'altra italiana, un'americana di nome Serendipiti, 3 spagnoli e un greco/svedese che vive a Dublino.
Faceva un gran freddo, e avrò abbracciato e scaldato almeno un centinaio di sconosciuti, su e giù per Grafton street e per le strade di Temple bar. Niente male per un primo giorno, eh, Dublino? Credo proprio che tu mi piaccia già.






La ragazza italiana mi ha invitato al Mercantile pub in Dame street stasera, dove suonano dei suoi amici, e ora mi sto bevendo il cider-aperitivo all'O'Sheas con Sean mentre aspetto che arrivi l'ora. Dopo gli abbracci siamo rimasti io, Serendipiti e Daniel, il greco svedese. Siamo andati in uno shisha bar, dove ti siedi per terra, ordini tè e narghilè e ti godi la vita. Abbiamo parlato di una miriade di cose: il bello delle persone che hai appena conosciuto è che non finisci mai gli argomenti di cui parlare.

E in tutto questo, anche oggi mi sono dimenticata di guardare il cielo d'Irlanda.



martedì 4 gennaio 2011

01.01.2011

Incredibile quanto sia bello fare una doccia appena arrivati in qualsiasi posto.

La prima boccata d'Irlanda e' stata magica, del tipo che sono uscita dall'aereo e ho pensato: "OH". La puoi descrivere con una sola parola: wet.
Nell'aeroporto c'era un odore dolce e frizzante, e fuori una piooggerellina che ricordava piu' i nebulizzatori di Gardaland che una pioggia vera. Nell'autobus c'era quell'odore, quell'odore che io ADORO. Di sedili puliti, di Inghilterra, di autobus nuovo.
L'ostello dove sono e' in una strada piena di ostelli, ognuno con un'entrata figa. E' un ostello come si deve, con la receptiontutta addobbata di poster di ogni tipo, mappe gratis della citta ovunque. I divanetti un po' consumati dove la gente chatta su internet e tutte le porticine e i corridoietti infiniti che ti fanno perdere. Ah, e moquette ovunque, naturalmente.
Le mie compagne di stanza sono tre inglesi, all'inizio non mi hanno cagata piu' di tanto ma poi abbiamo parlato un po'. Domani mattina vanno via, sono venute qui a fare il capodanno e infatti appena entrata ho subito notato le due bottiglie di vino vuote per terra. Certo che sono state qui tre giorni ma sembra che vivano qui da sempre...in bagno e' pieno dei loro saponi/shampi/balsami sul lavandino e nella doccia, rasoi ovunque, orecchini, asciugamani appesi. Io ho dovuto appoggiare tutta la mia roba sul water, pero' ho aggiunto il mio shampoo alla loro collezione sperando che non me lo portino via. Hanno giocato a carte tutto il tempo che sono stata li'.
Ora esco, vado a cercare qualcosa da mangiare. Una delle ragazze mi ha consigliato un bar in fondo alla strada dove secondo lei il cibo e' "really good". Credo che provero' a farci un salto, per quanto insolito, sconsigliabile e rischioso possa essere farsi consigliare un buon ristorante da un inglese.

[...]

Ora sto ascoltando musica irlandese nel pub di cui sopra, con tanto di luci soffuse al punto gliusto, tutto di legno scuro e con i divanetti con i cuscini di pelle rossa. La lager irlandese che mi ha consigliato il cameriere biondino con i capelli lunghi e' buona (non sono ancora pronta psicologicamente per la mia prima Guinness).

p.s. nella mia camera non c'e' il riscaldamento
p.p.s. a quanto pare qui hanno deciso all'unanimita' che io ho un accento dell'est Europa.