venerdì 30 aprile 2010

Dunque

Dunque.
Tokyo.
Che problema hai? mi stai mettendo alla prova? Forse non hai capito, io verrò da te COMUNQUE, anche se il biglietto costa uno sproposito, anche se mi costringi a venire con la più merda delle low cost est-europeo-asiatiche in un aereo tenuto inseme con lo scotch, ok?? quindi, dunque, non sperare di fregarmi, e tienimi un posto.
E non fare più la stronza con me.

martedì 27 aprile 2010

Disconnected

Ieri ho regalato una spilla ad un pazzo malinconico, potenziale maniaco e leggermente inquietante.






Ero appena salita sul treno. Lui, maglietta a righe rosse e bianche e in mano un vaso di fiori gialli, con una voce bassa e assente cercava di vendermi i suoi pensieri.
"ti piace leggere? Questo libro ti potrebbe interessare"
"uhm..beh io non leggo molte poesie..l'hai scritto tu?"
"si"
"e quanto costa?"
"10 euro"
"cosa? beh è un po' troppo per un libro così sottile"
cazzo, la tua vita è tutta qui?

Ho rifiutato, ma lui fissava la mia borsa. "Me la regali questa spilla?"
"perché?"
perché Snoopy mi fa impazzire. E' il mio eroe.
L'ultima frase l'ha pronunciata con quel tono piatto, inespressivo e vagamente sognante che hanno sempre i killer psicopatici nei film.
Non vedevo possibili obiezioni.


Ho bisogno di una nuova spilla.




I remember you
When you were young and strong
In your summer dress
and legs so long
My memories are only for me
I prefer them to reality.

Disconnected, from feeling alright

Rancid

venerdì 23 aprile 2010

Other Side

All I see is mountains.


so high that they hide me
so strong, they protect me
they tell me stories about my roots,
and watch over me while I'm sleeping.

but they don't let me see
what's on the other side
every night I try
but I just can't see the sky.
looking at them
makes me remember my promises
every day they say
"you can't go away."
no way to escape
no moon to look at
hide me from who?
protect me from what?

dreaming of the other side
I must not cry
I beg them every night
to let me see the sky.

one day I will sing
a song for your smile
one day I will be
with you on the other side.



venerdì 16 aprile 2010

Traumi

Come sempre la radiosveglia ha preso vita alle 07.14, svegliandomi. Apro gli occhi e una voce fastidiosa sembra rimproverarmi, co-co-co-co-contessa tu non sei più la stessa. Mi scusi deve avermi confuso con qualcun altro.
"ma perché cazzo non si prende Virgin radio in questa valle?"
Come sempre mi sono trascinata verso il bagno, oggi un po' più faticosamente per via dei piedi martoriati dall'allenamento (mai avute le vesciche viola in vita mia). Come sempre ho salutato mio fratello, fissandogli la maglietta perché ancora troppo pigra per guardare in su fino alla sua faccia. Come sempre ho riempito la tazza di latte e l'ho data in pasto al microonde. Come sempre ho esaminato il tempo fuori dalla finestra. Sereno.
Come sempre mi sono vestita e come sempre mi sono lavata i denti.
Come sempre sono uscita e sulla tromba delle scale stavo per mettermi le scarpe, come sempre.
Ed è in quel momento che ho sentito squillare il telefono. Un taglio netto a quella catena di come sempre.
Bah, chissà chi rompe il cazzo a quest'or..

oh-oh.

[e il suo volto si illuminò di consapevolezza. Che oggi era venerdì. Che erano le otto.
E che lei sapeva di chi era quella telefonata.]

VEEEERO l'intervista telefonica con la scuola Giapponese!!!!!! panico panico. Rientro e vedo mia madre con il telefono in mano, espressione interrogativa in faccia. "ehm credo sia per te" "si si passameli"

"pronto?" (ma che pronto, scema...)
"....hello, can I please speak with Stila?"
"it's me, hi."
"Hi! This is KAI japanese school, are you ready for the interview?"
"..............yeees (ma anche no)"
"ok, wait a moment please"
"..."

"moshi moshi"
"[cazzocazzocazzo questa parla in giapponese sononellamerda] m-moshi moshi"
"[inizio dell'intervista in giapponese e della mia morte cerebrale]"

ok.
non so come ma abbiamo parlato per circa 20 minuti del più e del meno, tutto in giapponese. Le mie poche conoscenze sembrano non avermi abbandonato, nonostante fossi stata talmente imbecille da dimenticarmi dell'intervista e di conseguenza non fossi affatto preparata psicologicamente. I libri ancora offesi mi fissavano furtivamente, un po' preoccupati e un po' divertiti.
In sostanza mi ha chiesto come mi chiamo e dove vivo, che ora era in italia, cose sul tempo, poi abbiamo parlato del mio lavoro e di cosa farò questo weekend e cosa ho fatto il weekend scorso. Se mi piaceva il cibo giapponese (hai, daisuki desu!) e altre cose così, poi qualche domanda su come studio il giapponese e basta credo..che bello che era sentirla dire "ah, sou desu ka" (ah, davvero?) dopo ogni mia frase..anche perché così ero sicura che non avevo sparato qualche minchiata..
Alla fine mi ha chiesto se avevo studiato determinate espressioni, un po' le avevo studiate, le altre non ancora. Poi mi ha candidamente chichiarato "jaa, reberu ha san desu." Il tuo livello è 3.
Ho controllato sul sito e i livelli del corso estivo sono 4, quindi non male, anzi, quasi troppo bene!

A parte tutto, ora ho una nuova certezza: come temevo, il mio cognome verrà inesorabilmente storpiato in "rosu-san". aargh. shouganai.
E per fortuna che non ha pronunciato il mio nome.

mercoledì 14 aprile 2010

9 marzo 2010

Oggi sono in versione nostalgica, eh, che ci vuoi fare, capita..

Il mio chiodo, mi manca.

ci pensavo l'altro giorno.
Tutti quelli che hanno condiviso l'adolescenza con me lo ricorderanno per forza. Non ne ho più trovato uno che mi piacesse dopo di lui. E dire che era anche di vera pelle, che normalmente evito, un regalo di mia madre comprato alla Conbipel per un compleanno, per i 15 o 16 anni. Un po' un controsenso..

Ha abbracciato tante persone, delle persone importanti, le prime. Ha visto tante prime cose di me.
Mi piaceva l'odore che aveva la domenica mattina, dopo qualche festa. Sapeva di sigarette e di birra e di bosco.

E mia madre che non lo sopportava, lo metteva sempre sul balcone e io mi incazzavo. 

Tutti quegli inverni di rifiuto di qualsiasi giacca e accanimento nel metterlo anche se era troppo freddo, valle di merda lo decido io se è freddo o no. perché pesava come il piombo ma in realtà non teneva affatto caldo.
Stranamente però, alle mani non ho mai avuto freddo.
Quel chiodo mi capiva.

e quelle estati calde in cui non volevo mai abbandonarlo, potevano esserci anche 40 gradi ma eri sicuro che a Fiera c'era una pazzoide che girava con un chiodo nero appoggiato su una spalla, sguardo incazzato e le tasche piene di musica.

La leggendaria borsa con la catena con cui faceva un binomio perfetto. Quella borsa ha rovinato ogni singola giacca che mettevo al di fuori di lui, quasi come gli fosse fedele.

Aveva imparato le mie emozioni. Quando ero incazzata mi tiravo sempre su il colletto. Non credo di averlo mai tirato giù.

E tutte le occhiate disgustate che mi prendevo, ecco era quello che mi piaceva. Non aveva mezze misure, come me. O ti piaccio o ti sto sul cazzo.
Diventava lo specchio dei pensieri della gente.

sabato 10 aprile 2010

A volte c'è proprio bisogno di togliersi un po' di vestiti..una volta superata la prima sensazione di freddo, ti accorgi che si sta quasi meglio. Libertà di movimento, i capelli sfiorano le spalle, tanta pelle scoperta. Senti tutto. Il contatto della coperta con le gambe, i peli delle braccia che si drizzano e poi si ammorbidiscono, ogni muscolo che si tende e poi si rilassa. La musica si insinua in ogni parte del tuo corpo, ti accarezza, ti fa provare un piacere infinito, mentale e fisico..e tu lo fai scorrere attraverso te.

"vedo che anche tu hai deciso che da oggi è estate"



venerdì 9 aprile 2010

Le voci nella mia testa

Stila: Hey, sono tornata

Kanji ABC: mmm..eh? ah, sei tu? dove diavolo sei stata tutto questo tempo si può sapere??

S: eh lo so sono stata un po' occupata, mi sono presa un paio di settimane di pausa. Però adesso ricomincio non ti preocc..

K: no dico ma ti sembra la maniera? E' una vita che non apri più ste pagine, e i kanji? Io devo insegnarti i kanji nuovi, c'è quello di pace, di donna, di piccolo! CHI LI IMPARA I KANJI EH?? Cosa vuoi leggere in giappone, il labiale? Io non posso lavorare così, tu non..

S: ok ok sta calmo, lo so mi dispiace..

Japanese Verbs: oh oh guarda chi si rivede....ciaaaaao Stila ti sono mancato?

S: ehm ciao..

J.V.: Scommetto che non vedi l'ora di ripassare i verbi con me..te le ricordi le coniugazioni?

S: -coff coff- ma certo..come potrei dimenticarle..

J.V.: beeeene perchè il prossimo argomento sono i verbi irregolari, e dobbiamo studiarci insieme tuuuuute le forme a memoria, sei contenta?

S: sei un sadico bastardo.

Japanese Grammar: oh..oh Stila è tornata! Ci sei mancata tanto, ero in pensiero sai? Pensavo che ti fossi stancata di me..che non ti piacessi più...che la mia grafica fosse superata o..o..che non mi volessi più beeeneeee *sniff* buhuuuuuuuuu

Kanji Dictionary: ecco adesso lo hai fatto piangere, non ti vergogni? Lo sai che è sensibile..

S: eh scusami, non volevo..non è che non ti voglio più bene, è solo che ho avuto delle settimane molto intense e ho dovuto accantonare lo studio per un po'..sono stata occupata tutto qui

Grammatica Giapponese: ma che occupata! Ragazzi, guardate che la stronzetta si è appena fatta il weekend in Austria.

K: Cosa?!

J.V.: Cosa?!

K.D.: COSA?!

J.G.: buhuuuuuuuuuh!

S: ma porc...e a te chi te l'ha detto?

G.G.: è stato Netbook!

Netbook: hehehehe

S: ..ma farti i cazzi tuoi?

N: oh è inutile che te la prendi con me, han ragione loro...e poi anche tu, aggiorna un po' il Tagaini Jisho invece di cazzeggiare in giro!

S: e vabè, sono andata via due giorni mica un anno!

K: ooh, l'avete sentita? In fondo è andata via solo due giorni, poverina..

J.V.: cara lei...siamo proprio ingiusti eh..

K.D.: già, in fondo è così braaaava, può permettersi di fare una pausa nello studio lei...chi siamo noi per impedire al piccolo genio di prendersi una vacanza?

S: oh cos'è sto sarcasmo del giovedi mattina? Adesso non mi fate girare le palle. Guardate che come vi ho comprati posso rivendervi quando voglio!

J.V.: brrrr che pauuuura! E sentiamo, poi come fai a studiare il giapponese? Lo sappiamo benissimo tutti e due che non lo farai. Noi siamo la tua unica risorsa in questo buco dove vivi che non ha neanche un ristorante giapponese, figuriamoci un corso di lingua...TU HAI BISOGNO DI NOI!

N: aggiorna il Tagaini!

K: studia nuovi kanji!!

J.V.: tesooooro, i veeerbi....

K.D.: e impara nuovi vocaboli

G.G.: la grammatica..devi studiare la gram-ma-ti-ca!

J.G.: BUUHUUHUUUUUUUU!!

S: va bene, mi arrendo, avete vinto. Scendo un attimo a comprare della morfina e sono subito da voi.




perchè non posso avere amici immaginari buoni come tutti gli altri?

sabato 3 aprile 2010

Lascia perdere va', e dammi un caffè.
Sì, un caffè.
O una sigaretta.
Qualcosa che mi faccia più schifo del sapore che ho in bocca.
E la vuoi smettere di guardarmi così?

"Mamma, domani mattina dovrei alzarmi alle 5 per andare a Verona, sai devo incontrarmi con dei perfetti sconosciuti per andare a fare foto in un ex manicomio abbandonato. Ma tu non preoccuparti, eh."


In effetti ora che ci penso non suonava tanto bene.


Ex manicomio di Granzette, Rovigo
Ore 5.21 sono nella punk-mobile, aka la puffoseicento, e aspetto che si apra il cancello di casa mia. Sono tante le cose che adoro, e una di queste è andare in giro quando tutti gli altri stanno dormendo.
Finestrino abbassato e per un momento sento l'odore della notte. Poi mi avvio verso la stazione.
23 macchine, 2 camion e 1 corriera hanno incrociato il mio cammino.
Il perfetto sconosciuto che devo incontrare mi aspetta alle 8.30 alla stazione di Verona, appena esci sulla sinistra davanti al Merdonald's. E' sempre strano incontrarsi di persona con qualcuno che si conosce solo virtualmente.
Il perfetto sconosciuto ha un piercing al sopracciglio, una fotocamera Olympus, delle belle mani ed è simpatico. Abbaia alle macchine quando lo sorpassano.
E' la prima volta che faccio un'uscita fotografica, infatti sono la meno accessoriata di tutti. Diciamo che se uno di noi quattro fosse inciampato, io sarei stata quella che bestemmiava di meno.
Fin da piccola ho sempre avuto la fissa per i posti abbandonati, mi fanno fare dei viaggi mentali pazzeschi. Questo posto è incredibile. Archivi, documenti, vecchie radiografie, lettini da ospedale, vetri rotti, polvere. Tanta polvere. Ovunque. Leggo nomi e nomi su quelle cartelline che nessuno consulta più, polvere sulla loro memoria.











Note postume:

1. Per le donne: se mai vi trovaste ad aver bisogno di andare al bagno sulla strada tra Rovigo e Verona, di sabato pomeriggio...bè scordatevelo. Ci sono più possibilità di trovarne uno aperto in mezzo al deserto.
2. Il photo editing è un cheat. E photoshop è una droga.  Fino a ieri le mie foto mi sembravano belle così com'erano, ora rischio di avere crisi convulsive se non le passo tutte con la maschera di contrasto o non aggiusto i livelli. Davvero. Fate attenzione.

*jaa ne, ci vediamo alla prossima esplorazione.