giovedì 25 marzo 2010

Vuoi ubriacarti con la tua host family? Noi della Kai ti offriamo questo e molto di più

Fra un'offerta di Edreams, una notifica di Facciabuco e qualche spamdimmerda, scorgo l'unica mail gradita della giornata: le carte da compilare per l'iscrizione alla Kai Nihongo school. yokatta!C'è anche il レベルチェックテスト(reberu chekku tesuto), che se anagrammato più e più volte e letto sotto l'effetto dei funghi allucinogeni di Calaita cucinati da Anna Moroni prende magicamente il significato di Level Check Test. Il katakana non ha nessuna pietà.
Che nostalgia, era da una vita che non facevo più gli esercizietti riempi-lo-spazio e coniuga-il-verbo e scegli-l'alternativa-che-ti-sembra-più-giusta! Peccato che non c'è anche il vero-falso a intuito, era la mia specialità. E mio padre che vedendo simboli a lui ignoti mi ha chiesto "ma che stai facendo, espressioni?" ma per piacere, che ne capivo più di hiragana che di numeri anche prima di cominciare a studiare giapponese.
Poi c'è l'Application form for Home Stay Program (e quello per fortuna l'han tenuto in inglese anglofono) che in pratica mi domanda come voglio la famiglia, se sono fumatrice, se seguo diete particolari, se voglio che mi cantino la ninna nanna prima di adormentarmi eccetera. Ma la domanda più bella in assoluto è: Do you wish to drink alcohol at your host family's house?

In realtà non è tanto la domanda ad essere preoccupante, quanto il dubbio su che famiglia possa mai capitarmi se decido di rispondere "sì". Magari mi ritrovo a passare tre settimane con gli alcolisti anonimi giapponesi, "ciao io mi chiamo Tanaka e sono un alcolista" "ciaaaaao Tanaka-san"...


Beh, io intanto compilo fiduciosa, poi vedremo chi verrà a tirarmi fuori da qualche centro dissintossicazione di Tokyo periferia.

mercoledì 24 marzo 2010

Ci hai mai pensato?

Sai che l'altro giorno stavo pensando, le città in cui siamo state potrebbero essere descritte come delle donne di cui ci si innamora. Ci hai mai pensato?
Ad esempio c'è Londra che è l'amore di una vita. La vedi una volta e ti sembra di conoscerla da sempre. Non importa se le stai lontana o vicina, lei non se la prende e ti cercherà sempre. Vuole che tu torni da lei.
Londra è quella che ti manda i messaggini provocanti.

Perth mi ha dato l'impressione di quella che se ne sta sempre per i cazzi suoi. Non ha problemi, vive la sua vita senza curarsi troppo di quello che le sta attorno, è un po' egoista in realtà.
Però la devi prendere come viene, entrare nel suo mondo significa condividere qualche attimo di totale spensieratezza, quasi irreale, poi inevitabilmente salutarla, perché è così irreale che quasi spaventa. Ma dopo che l'hai conosciuta sai che dentro di te qualcosa non è più come prima.

Tokyo invece è tutta un'altra cosa. E' come una ragazza bellissima, quella che tutti desiderano ma la maggior parte non ci prova neanche perché sa che è irraggiungibile, lontana anni luce, di un'altra dimensione. Molti sono usciti con lei, ma pochi l'hanno davvero conosciuta. Incompresa, chi non la conosce non la capisce. E lei non fa niente per farsi capire, anzi ti confonde ancora di più le idee. Tokyo si fa desiderare, forse un po' se la tira. Non ti aiuta a capirla, non ti viene incontro, devi cercarla tu. Se hai deciso di conquistarla ti renderà la vita impossibile, semplicemente non ti darà mai la soddisfazione. Tendi a idealizzarla e a credere che sia perfetta, ma solo quando inizi a conoscerla veramente ti accorgerai che ha dei difetti. E non ti importerà.

mercoledì 17 marzo 2010

Moi Finland #2

06.01.2010
Ritorno.

Ora posso dire che ne è valsa la pena. Resistere per tre ore senza uccidere quel bambino che continuava a tirare calci al mio sedile in aereo si è rivelata la cosa più giusta da fare.

Adesso anche tu Finlandia sei entrata nel mio cuore. Sei andata a sederti fra Perth e Londra e sgranocchiando pop-corn mi hai osservata mentre sfidavo fiera i tuoi -20 gradi, mentre mi ghiacciavo le mani per farti una foto, mentre facevo piccole conquiste riuscendo ad ordinare una birra in un bar. yksi olut kiitos.





C'è qualcosa di magico nello svegliarsi la mattina e vedere i cristalli di ghiaccio sulla finestra. La neve crea un silenzio ovattato che è la prima cosa che senti appena sveglia. 





Questa lingua è come il suo paese, fredda e calda allo stesso tempo. Dopo un po' non faresti più a meno di ascoltarla, con le sue L rotonde e le sue vocali mescolate, con la A che sembra una E e la U che sembra una I.




E' qui che ci sta bene la neve, è qui che ci sta bene il freddo. Dopo un po' che si è chiusi in casa viene quasi voglia di uscire.





E' qui che ci sta bene la sauna, questa entra di diritto nella top-ten delle cose più belle che io abbia mai fatto. E ora capisco perché in Finlandia quasi tutti hanno la sauna a casa.
In più farla con un'amica, nude a sorseggiare birra e chiacchierare mentre quel caldo ci avvolgeva e cancellava qualsiasi ricordo della neve e del ghiaccio. I nostri corpi sono così diversi, come le nostre culture e il freddo dei nostri paesi. Io metto l'aceto nell'insalata, lei mette la senape nella minestra.

Ovunque vada, non mi stancherò mai di queste differenze.

Moi Finland #1

2 gennaio 2010.
Una macchina, tre treni, un autobus e un aereo. esattamente quello che mi ci voleva, non potrei chiedere niente di meglio. Anche se non è il massimo svegliarsi alle 4.46 di mattina per poi ritrovarsi in aeroporto alle 11.52 quando il volo parte alle 15.30..più di tre ore di tempi morti.
Ma che importa, in fondo l'aeroporto è un'espressione dell'intero concetto di "tempo morto". L'aeroporto non è di nessuno, non è nessun posto e se ci vai è solo perché ti porterà altrove.
Affascinante.


Dalle finestre dell'aeroporto il cielo sembra sempre immenso, e ogni fottuta volta ho quella sensazione. Come di sicurezza, di tranquillità e benessere.
Conosco lo scopo di tutte le persone che sono qui, le guardo una ad una cercando di immaginarmi il motivo che le ha spinte a viaggiare.
Guardo il tabellone delle partenze e mi chiedo quanto freddo farà a Mosca, se c'è il sole a Barcellona. Chiedo scusa a Londra per non averla fatta la mia meta questa volta.
Mentre l'ennesimo annuncio incomprensibile esce dagli altoparlanti, ammicco alla scritta Tampere e sorrido.


La percentuale di capelli biondi sta aumentando, eccomi seduta fra due finlandesi, gli occhi azzurri si sprecano e per una volta non sono io l'unica con la faccia pallida.
Alla mia destra c'è una coppia di ragazzi con l'aria degli artisti, soprattutto lui con un maglione grande e morbido, capelli lunghi e una specie di berretto da pittore. Volevo fargli una foto mentre stava leggendo in una posa bellissima ma purtroppo si è girato proprio in quel momento. Ha una reflex, fa molte foto. E' una Nikon. 


Certo che il personale dell'aeroporto di Bergamo non lo sa proprio l'inglese.


しょうがない Shouganai. E' successo di nuovo, non tornerei più a casa.



Sorridi, sei altrove.

"It's 2 a.m. and I'm lying all alone on a double bed of an expensive apartment in Milano. Today I subscribed to the school in Tokyo. Feels good."


E dopo aver aspettato che questo sms si facesse il suo viaggio attraverso i continenti fino ad arrivare in un punto non ben identificato della California, potrei anche mettermi a dormire.

Riuscire a fare una cosa che si ha desiserato ardentemente per più di due anni da sempre una certa soddisfazone. Nel mio caso si tratta di andare un mese a Tokyo. Per ora. Diciamo che è un inizio, un "tastare il terreno".
Sabato 13 marzo, in un anonimo palazzo imbucato in una stradina senza cartello di fronte ad un muro pieno di graffiti, è avvenuto l'atteso incontro fra la neo-proprietaria di questo blog e una gentile ragazza bionda, che all'insaputa di tutti hanno stipulato il contratto che ad agosto mi porterà alla Kai Nihongo school di Shin-okubo, Tokyo, Giappone. Asia. Altra parte del mondo.

Immagino che non possa esserci modo migliore di cominciare questo blog. 

Al momento sono in attesa che il mio cervello si decida a realizzare che tutto ciò sta succedendo veramente e che andrò sul serio a Tokyo, così finalmente potrò esultare in maniera adeguata. 
So già che ciò non accadrà e che l'illuminazione mi raggiunerà appena sarò arrivata all'aeroporto di Narita, dove per la felicità mi getterò al collo del primo giapponese che mi capita a tiro, biascicando in lacrime qualcosa tipo "yatto yatto yattooooo I love you tokyo ç_ç lei signore non mi conosce ma io le voglio tanto bene", così mi rinchiudono subito e il mio viaggio in giappone sarà finito lì..

forse dovrei prendere provvedimenti.